venerdì 14 novembre 2008

OBAMA PRESIDENTE USA









Obama ce l’ha fatta !!!!

Ancora una volta gli Stati Uniti d’America hanno stupito il mondo, ponendosi all’avanguardia in qualcosa.
E questa volta la novità è particolarmente significativa. E’ stato introdotto un fenomeno destinato a determinare importanti rivoluzioni nel modo di pensare e di agire della gente di tutto il mondo.
Un afro-americano con moglie e figli di colore è stato eletto Presidente della più potente nazione del nostro pianeta.
E’ una svolta epocale. E’ una rivincita etnica fenomenale. E’ un segno inequivocabile della tanto citata e temuta globalizzazione.

In verità, in suolo extraterritoriale americano, in quel palazzo di vetro che fa bella mostra di sé nella grande mela, abbiamo già visto dei Segretari Generali di colore, ma fare il Presidente USA è tutt’altra cosa.

Da subito la gente si interroga.
“A quando un Papa negro o giallo?”
“A quando un extracomunitario Presidente della Repubblica o, perché no, del Parlamento Europeo?”
Non è possibile dare risposte certe, ma probabilmente i nostri nipoti o i figli dei nostri nipoti, troveranno del tutto normale ciò che oggi ci appare un evento.

Il popolo americano, e un po’ la gente di ogni angolo della terra, si aspetta grandi novità dall’Amministrazione Obama.
Ma sarà veramente così?
Vedremo e valuteremo. Il prossimo anno sarà decisivo per capire verso quale direzione marcerà il mondo intero.

Noi tutti scongiuriamo protezionismi e corsa agli armamenti e sembra che Obama sia uomo votato alle conquiste sociali piuttosto che a quelle territoriali e/o “energetiche”.
Occorre certamente liberare la civiltà moderna dalla dipendenza dal petrolio e creare nuove fonti di energia compatibili con la tutela della salute e dell’economia. E gli Stati Uniti d’America, con le loro grandi potenzialità di ricerca ed innovazione, possono ancora una volta stupire il mondo intero.
Occorre poi guidare la globalizzazione con regole e provvedimenti saggi che impediscano di creare squilibri socio-economici ancora più problematici di quelli già esistenti.

Auguri Presidente Obama. Governi con prudenza e saggezza. Noi tutti ci aspettiamo molto da Lei.

Meditabondo
cuorepensante@gmail.com cuorepensante’s weblog

sabato 18 ottobre 2008

Diventiamo più poveri. Anyone became poorer.



E diventammo tutti più poveri……..
And everyone became poorer………

Solo un ventennio fa, era inimmaginabile una realtà come quella che ci apprestiamo a vivere.
Eravamo tutti tranquillamente proiettati verso un futuro sempre più tecnologico e più ricco. Davamo tutti per acquisiti privilegi e benefici che ci allontanavano dalla fame e dall’arretratezza socio-culturale che immaginavamo appannaggio esclusivo di certi popoli che con superficialità ed egoismo definivamo “del terzo mondo”.

Una cronica imperdonabile distrazione e l’assenza di politici purosangue ci hanno lentamente ed inesorabilmente trascinato verso la recessione.
“Stavamo meglio quanto stavamo peggio” è il commento popolare di quella moltitudine di pensionati che rassegnati ed inermi sopperiscono con la saggezza della maturità a quelle carenze materiali che quotidianamente li umiliano.

Perché e come siamo potuti arrivare a questo punto?
Esperti e pseudo-cervelloni di tutto il mondo sbizzarritevi a cercare spiegazioni inutili.

La realtà la conosciamo tutti.
In assenza di regole democratiche ferree, è stato consentito ad un’oligarchia di gente senza valori di ammorbare i concetti di sviluppo e globalizzazione e di creare le condizioni di un lento, subdolo, celato declino.

E adesso, cosa succederà?
Non è difficile prevederlo.
I poveri saranno sempre di più affamati. L’ex ceto medio si dovrà abituare ad uno stile di vita più parco. I soliti furbi senza scrupoli approfitteranno della situazione per costruirsi nuove ricchezze. Ed i ricchi continueranno ad essere ricchi.
E’ la storia che si ripete.

Forse ci sarà un rischio in più, rispetto a momenti storici simili anche non lontani nel tempo.
Coloro che senza fatica hanno accumulato ingenti ricchezze, grazie all’oro nero, cercheranno di destabilizzare definitivamente le deboli economie dei “Paesi progrediti”ed improvvisamente poveri e questo potrebbe generare una enorme confusione nell’assetto etnico-economico del mondo che verrà.

Ci dobbiamo preoccupare?
Certo che sì.
Potrebbe nascere un nuovo tipo di terrorismo pacifico e di elite che minaccerebbe tutte le conquiste di libertà che tanti popoli hanno faticosamente ottenuto.
Potrebbe iniziare un periodo di oscurantismo, e non soltanto economico-finanziario, dal quale potrebbe essere complicato e costoso uscire.

Che fare allora?
Non è facile suggerire ricette miracolose.
Ma sembra certo che non possiamo sperare di difenderci dalle incombenti minacce se gli uomini migliori della nostra società continuano a non avere la possibilità di mettersi al servizio della comunità.
La politica recente è fatta da uomini inadatti o troppo presi da problematiche personali.
Il potere interpretato come strumento utilitaristico per razziare il bene collettivo ed occupare e soffocare ogni apparato dello Stato non ha funzionato.
Occorrono regole e metodi nuovi. Occorre ritornare a quei valori di appartenenza e di orgoglio nazionale che consentono di pensare in maniera totalmente diversa alla gestione dei beni comuni.
Occorre far tramontare definitivamente l’esaltazione della furbizia e della scorrettezza come valore unico per scalare il potere.
Occorre essere tutti intellettualmente e materialmente più onesti.

Buona fortuna Mondo della globalizzazione e della libera economia.
Ne hai veramente bisogno.


Meditabondo.

martedì 7 ottobre 2008

TRISTEZZA e SOLITUDINE




Ti prende il cuore e poi sale verso il respiro e raggiunge la testa per espletare i suoi meccanismi di confusione, cefalea, nausea e senso di fastidio generale.
Non provi neanche ad allontanarla perché non sai come fare e comunque non pensi di poterci riuscire.
Arriva all’improvviso o dopo tanti o pochi piccoli o grandi preavvisi.
E’ lei, la tristezza, che ti coinvolge e ti riporta ad uno stato di sopravvivenza diverso e pacato. Ti senti diverso e non sai neanche diverso da cosa o da chi. Ti accorgi soltanto che un morso ti attanaglia il torace ed un senso di vuoto dimora sull’addome.
I tratti del viso si adattano a rappresentare quello che ti cova dentro e qualcuno se ne accorge e ti può anche chiedere –Che c’è? Cosa hai?-.
E ci sono tante o poche cose che sai e che non vuoi o non riesci a partecipare.
Hai tanta voglia di capire, di pensare, di spiegarti e vedi che queste intenzioni ti possono far crescere quel senso di non stare bene con te stesso che ti tortura e allora ti rifugi in un stato d’animo che vuole fuggire dagli altri e ti conduce alla solitudine.
Scopri quante risorse ci possono essere in te stesso e approfitti della solitudine per conoscerle e tentare poi di usarle per aiutarti.
Ti accorgi pian piano che si riesce a sopravvivere con la solitudine anche se col passare del tempo la sua permanenza diventa pesante da sopportare e può generare nuova tristezza.
Ed intanto i segni di espressione sul tuo volto diventano definitivamente marcati e la luce dei tuoi occhi sembra non volere più brillare.
Non fare però l’errore di compatirti e di farti compatire. Questo peggiorerebbe il quadro generale della situazione.
Se ci riesci, reagisci. Se vuoi, ce la puoi fare. Se le cause della tua tristezza non sono ineliminabili, ti devi sforzare di ritornare alla gioia e alla serenità.
Si può vivere in solitudine, ma non si deve vivere sempre tristi.

CuorePensante

martedì 16 settembre 2008

UNIVERSITA'. Costi e sacrifici degli studenti fuorisede.


Gli ingiustificabili ed inaccettabili costi degli studi universitari
Lo Stato deve aiutare gli studenti fuorisede.


Ci risiamo.
Inizia un nuovo anno accademico e migliaia di giovani si muoveranno da ogni parte del Paese per raggiungere le sedi universitarie scelte.
L’entusiasmo e la sprovvedutezza delle matricole si mescolerà con le delusioni e la rabbia dei fuoricorso nelle chiacchiere che accompagneranno le lunghe file agli sportelli delle segreterie delle facoltà, dove la burocrazia, spesso obsoleta ed esercitata con cinismo da svogliati impiegati, si accanisce su giovani animati da grandi ideali minati da preoccupazioni reali per il loro futuro lavorativo.
Tasse esose che serviranno a foraggiare una delle caste più “fannullona” del nostro sistema educativo (ndr: i docenti universitari e le loro corti).
Moduli e cartacce inutili da compilare e quasi fatti apposta per far commettere errori e costringere a ricorsi o a nuove lunghe file.
Testi doppioni, talvolta poco comprensibili ed inutili, da acquistare per compiacere i baroni.
Facoltà e relativi istituti distribuiti in luoghi lontani tra loro che costringono i poveri studenti a faticosi, dispersivi e costosi vagabondaggi nelle città.
Affannosa ricerca di una camera in affitto e scoperta di approfittatori che speculano sulla necessità ed offrono tuguri a prezzi e condizioni che tante famiglie non possono sostenere.
Così lo studio garantito a tutti dalla Costituzione di fatto diventa un privilegio per pochi eletti residenti nelle città sede di Università o provenienti da famiglie benestanti.
Gli Altri, e sono la maggioranza, partono con un pesante handicap e sono costretti a condizioni di vita non idonee a creare un clima sereno che li aiuti a rendere meglio nello studio. Alcuni, più caparbi, si trovano un lavoro per mantenersi e restano inevitabilmente indietro con gli esami. Altri, meno tenaci o più delusi, finiscono per abbandonare gli studi con grandi rimorsi che li accompagneranno per il resto delle loro vite. Pochi riescono a farcela con sacrifici enormi e, spesso, sono proprio questi che poi diventeranno seri e capaci professionisti.
Pochissimi e sono certamente da considerare fortunati, riescono ad ottenere un posto-letto nelle residenze universitarie, un pasto caldo nelle mense universitarie, un assegno di studio per le spese più necessarie e l’esonero dalle tasse.
Ed è grazie a questa minoranza che lo Stato e i suoi famelici apparati riescono a giustificare le loro garanzie di democrazia e di “diritto allo studio per tutti”.
Ma non ci vuole molto a contestare tali dichiarazioni di “democrazia non compiuta”.

Ora, non vogliamo che il Governo e l’abile Ministro della Scuola distribuiscano a somari e svogliati ingenti risorse a “fondo perduto”.
Ma un più efficace controllo dei metodi di studio, delle ore di lezione, dei testi adottati, dei calendari di esami, degli spazi e degli strumenti messi a disposizione degli studenti, delle commissioni di esami, delle ingiustizie e degli abusi perpetuati da alcuni baroni, ecc…., sarebbe opportuno ed utile.
E sarebbe anche necessario, anzi indispensabile, che si offrisse agli studenti fuori-sede la possibilità di vivere in camere decenti in Case dello Studente ben attrezzate che lo Stato dovrebbe impegnarsi a costruire in tempi brevi.
Il modello dei Campus americani o dei College inglesi non è irraggiungibile ed i costi non sono così esosi se paragonati ai tanti cancri degli sprechi nelle pubbliche amministrazioni che nessun Governo riesce a guarire semplicemente perché non gli conviene curarli.
Avanti allora, illustrissimo Ministro della Scuola e generoso e sorridente Premier, datevi da fare per cambiare lo status degli studenti universitari italiani.
Lasciate così la vostra impronta nella storia di questo bel Paese così poco amato dai suoi amministratori.
Liberate tanti giovani studiosi e volenterosi studenti universitari dalle grinfie di strozzini proprietari di malandati appartamenti affittati a prezzi inaccettabili.
Fate vivere a tanti giovani un sereno ed indimenticabile “tempo dell’Università”.
Mettete a loro disposizione Case dello Studente e Mense vicine alle sedi degli istituti da frequentare.
Metteteli nelle mani di docenti capaci e dediti all’insegnamento.
Migliorate le università e l’insegnamento.
VOLERE E’ POTERE.

CuorePensante

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giovedì 4 settembre 2008

BELL'ITALIA. Come è bello essere Italiani !!!



………….e vissero felici e contenti

Gli italiani hanno riavuto le loro partite di pallone.
I famelici cortigiani hanno avuto la parte sana di Alitalia.
La Ferrari e Valentino Rossi vincono.
Le vacanze in qualche modo hanno regalato qualche giorno di serenità.
Il Premier continua ad essere ottimista e a regalare rassicuranti sorrisi alle masse.
I giovani (e non solo) continuano ad invidiare Briatore.
Le ragazzine, a Venezia, gridano estasiate alla vista di Clooney e Pritt.
Il Ministro dell’Economia confonde le menti con camaleontici bilanci.
Il Ministro dell’Innovazione ha definitivamente debellato il fannullismo.
Qualche militare professionista passeggiando per le strade ha riportato sicurezza e tranquillità.
La spazzatura campana si è trasferita altrove.
I Comuni, privati dell’ICI, continuano a fornire eccellenti servizi senza fare debiti.
A scuola ritornano i voti e scompare il bullismo.
I turisti possono accamparsi felicemente e tranquillamente in tanti bei posti della nostra penisola.
I giovani guidano prudentemente e risultano sobriamente in regola ai controlli stradali.
Il lavoro avanza ed è giusto offrirlo anche ai tanti extracomunitari che ci raggiungono con comode crociere.
I prezzi di frutta e verdure subiscono miracolosi rialzi nei complicati passaggi dai produttori ai consumatori, ma è un affare regolare.
Le carni di mucca e di pollo sono sanissime e non occorre preoccuparsi di controlli esagerati ed allarmanti.
Il Servizio Sanitario Nazionale offre eccezionali prestazioni con costi da bancarotta.
Le province, gli enti pubblici, gli uffici di rappresentanza, le fondazioni culturali, le società partecipate, i contributi di falsa solidarietà, i tanti privilegi della Casta, sono il fiore all’occhiello della nostra democrazia e voci ineliminabili dalla equilibrata spesa pubblica.
I docenti universitari sono investimenti perenni e anche se non ricercano, non producono e spesso non insegnano nemmeno, bisogna tuttavia lasciarli esistere e foraggiarli con fondi da sperperare a loro piacere.
La benzina è sempre più cara, ma le fonti energetiche di casa nostra è meglio che continuino a rimanere dove sono.
I futuri pensionati sono felici di vedere svanire i loro contributi in risanamenti e solidarietà sociali sospette.
I prezzi delle case subiscono aumenti ingiustificabili e l’edilizia pubblica ristagna nell’incapacità di progettare e spendere i fondi stanziati.
Le Banche e le Assicurazioni strozzano i bisognosi e non, però sono brave ed efficienti.

Ma che bello questo Paese in cui abbiamo il privilegio di vivere!!!!
Chissà come ci invidiano i nostri vicini Francesi, Tedeschi, Spagnoli, Svizzeri, Austriaci!!!
Perché non gli prestiamo un po’ dei nostri amministratori e dei nostri “Castani”?
Chissà come renderebbero spumeggianti ed economicamente eccitanti quelle noiose e grigie democrazie.

lunedì 25 agosto 2008

La fortuna di essere Onesti




La fortuna di essere Onesti

Alcuni dei valori fondamentali degli essere umani si sono andati progressivamente perdendo nella società in cui ci troviamo a vivere.
Con questo non possiamo affermare e neanche semplicemente pensare che le società che ci hanno preceduto nei secoli passati erano interamente costituite da persone perbene, oneste, corrette.
Ma certamente, per quanto ci è consentito ricordare, i nostri padri ed i nostri nonni avevano dei principi che oggi sono raramente e debolmente manifestati.
E’ facile dare la colpa alla velocità con cui viviamo la nostra esistenza di individui convinti di essere migliori e soprattutto più furbi.
Ma migliori e più furbi di chi?
Dei Romani che hanno messo insieme un grande impero e tanta civiltà?
Non credo.
Dei Greci che hanno stupito con le loro arti?
Sono difficilmente imitabili.
Degli Egiziani superbamente eleganti?
Non siamo in grado di pensare come loro.
Degli Arabi e le loro tante invenzioni?
Dei Grandi Navigatori che hanno esplorato e fatto conoscere il nostro pianeta?

Ma non vogliamo addentrarci in difficili e complicate analisi storiche che lasciamo a chi è più esperto di noi in materia. Vogliamo semplicemente evidenziare, se ci riusciamo, comportamenti quotidiani che non ci gratificano e ci costringono a vivere peggio.
L’esempio peggiore ci viene purtroppo da tanti individui che riescono a raggiungere posizioni di rilievo nella società.
Non ce ne voglia quella sparuta minoranza di capaci ed onesti che fa parte della categoria. A loro chiediamo subito scusa, se in qualche modo si sentono offesi dalle nostre considerazioni.
Vogliamo ricordare invece quei politici che con metodi cinici, arroganti, insensibili, disonesti, ipocriti, inaccettabili, riescono a farsi eleggere e a pretendere poi onori e rispetto.
Vogliamo ricordare quegli affaristi senza scrupoli che non esiterebbero a mettere a rischio l’esistenza di tanti loro simili pur di realizzare i loro profitti.
Vogliamo ricordare quei tanti giovani che si sono allontanati dalla fede e hanno scelto l’odissea dello sballo e degli incidenti stradali.
Vogliamo pensare a tutti coloro che non hanno rispetto e premure per le persone anziane, per le donne incinte e per i bambini.
Vogliamo biasimare coloro che pensano che studiare e prepararsi è uno sforzo inutile se si riesce ad ottenere di più con una buona raccomandazione.
Vogliamo denunciare coloro che danneggiano le cose pubbliche.
Vogliamo stuzzicare l’orgoglio e la coscienza di coloro che fanno male o svogliatamente il lavoro per il quale vengono pagati.
Vogliamo condannare coloro che sfruttano donne e bambini.
Vogliamo ricordare la meschinità degli inganni e delle bugie.
Ma vogliamo soprattutto sollecitare la correttezza e l’onestà.
E’ poi così difficile essere perbene ed onesti?
Certo che no.
E’ possibile. E’ bello. E’ utile. E’ necessario.
Impegniamoci tutti insieme per far trionfare l’onestà.
E’ un bene grande e fruttuoso.
Ci aiuta a vivere tutti meglio.
WW L’ ONESTA’.

venerdì 15 agosto 2008

OLIMPIADI e CINA.




Venerdì 8 Agosto 2008. Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso.
Mesi e mesi di preparativi, polemiche, contestazioni, minacce di boicottaggio hanno preceduto l’inizio di questa nobile manifestazione del genere umano. Ma alla fine lo sport ha vinto e ha trionfato su tutte le opinioni politiche e non, che hanno tentato di avvelenare il clima del grandioso evento mondiale.

La scelta di Pechino come sede delle Olimpiadi non è piaciuta a tanti e le motivazioni addotte sono tutte riconducibili al mancato rispetto dei diritti umani che ancora vige in quel grande Paese.
E’ vero. La Cina deve ancora dimostrare che insieme al processo di progresso economico, tanto efficacemente avviato, sta lavorando anche ad una revisione democratica dei diritti sociali e umani.
Il resto del mondo civile, ora più di prima, sta osservando con attenzione i fenomeni di trasformazione che stanno interessando il grande popolo cinese.

La vetrina delle Olimpiadi, così meticolosamente e onerosamente preparata, si trasformerà in una clamorosa debacle se il Governo di quell’immenso Paese ricco di storia e tradizioni non darà subito dei chiari, efficaci e duraturi segnali di cambiamento.
Libertà e diritti sociali simili a quelli di cui godono, per fortuna, tanti di quegli atleti che in questi giorni si confrontano e vivono fianco a fianco coi loro colleghi cinesi.

Abbiamo assistito ad un fantasmagorico spettacolo di apertura. La storia e le tradizioni cinesi sono ricche e chi ha avuto la possibilità di visitare la Cina, lo sa bene.
E’ veramente inaccettabile che un popolo con un passato così ricco debba continuare a subire gravi limitazioni dei suoi diritti.
Il pensiero di noi tutti va immediatamente ai fatti del Tibet.

Ci auguriamo tutti che lo sport riesca a fare molto più di tanti trattati, embarghi ed interventi diplomatici.
Bisogna approfittare di questa grande vetrina delle Olimpiadi per strappare alle autorità cinesi dei precisi impegni per la concessione di tanti diritti negati.
Bisogna evitare che a riflettori spenti tutte le buone intenzioni finiscano nel dimenticatoio.
Tutti i potenti della terra, che hanno fatto bella mostra di sé durante la cerimonia di apertura dei giochi, devono adoperarsi per ottenere certezze dai loro colleghi cinesi e nei mesi a venire devono vigilare affinché vengano onorati gli impegni presi.

Ci auguriamo che queste Olimpiadi ci regalino una valanga di nuovi record e risultati eccezionali, ma soprattutto ci auguriamo che vengano ricordati come i giochi che hanno aiutato il popolo cinese ad ottenere quei diritti e quella libertà per troppo tempo negati.


CuorePensante

lunedì 21 luglio 2008

LA SANITA' ITALIANA E' MALATA






La Sanità in Italia
Un grande affare losco che periodicamente viene alla ribalta della cronaca



La sanità del nostro Paese è malata e questo lo sappiamo da tempo. Quello che invece non teniamo sempre presente è che non si può dare la colpa di tutto ciò ai medici. Seppure l’accostamento sanità-camici bianchi è, come dire, spontaneo ed immediato, tuttavia i medici sono spesso le prime vittime di un sistema inefficiente che da tempo li ha esclusi dalla gestione dello stesso.
La diagnosi è abbastanza facile, anche se molti preferiscono creare confusione per spostare l’attenzione della gente e dei media su fatti di cosiddetta malasanità, che spesso di “mala” non hanno proprio un bel niente e l’imperizia e la negligenza dei presunti responsabili vengono ad arte gridate per dare alla pubblica opinione un motivo per lamentarsi del servizio pubblico e per screditare la classe medica, che pure conta tanti onesti e capaci rappresentanti tra i suoi iscritti.

Vogliamo allora cominciare a guardare là dove si annida il marcio del sistema che dovrebbe gestire la salute dei cittadini ?
Il sistema sanitario è la gallina dalle uova d’oro dell’apparato della politica. Il business che gira intorno e per nome della sanità è veramente enorme e così la politica tutta, di destra, di sinistra e di centro, ci ha messo su saldamente le mani e da anni riversa nei posti di vertici manager e primari tesserati che ubbidiscono ciecamente agli ordini che provengono dalle segreterie.
In un Paese che ha un numero di ospedali e ospedaletti superiore a quello di altri Paesi economicamente evoluti, che bisogno c’è di avere così tante cliniche private accreditate?
In un Paese con una così alta densità abitativa, che bisogno c’è di avere ospedali con tanti reparti doppioni e spesso inefficienti a poca distanza l’uno dall’altro?
In un Paese che vanta una prestigiosa tradizione medico-chirurgica, perché sono stati “trombati” tanti capaci e preparati allievi di illustri scuole e sono stati nominati primari, direttori sanitari e cattedratici che definire semplicemente degli emeriti ignoranti è un complimento generoso?
Non si riesce ad eliminare le liste di attesa per una radiografia, un ecocardiogramma, una visita specialistica e allo stesso tempo si consente agli stessi operatori di lavorare in cliniche o ambulatori convenzionati. Perchè?
Si consentono interminabili e costosi lavori di ristrutturazione in fatiscenti ospedali che hanno bisogno soltanto di essere demoliti e non si completano quelli “nuovi” già iniziati e destinati al degrado prima ancora di essere completati. Perchè?
Le forniture dei materiali sanitari continuano ad essere un mezzo inarrestabile di concussione, corruzione, appropriazione indebita, malversazione ed enormi sprechi. Perchè?
Perché siringhe, suture, drenaggi e protesi simili vengono acquistati a prezzi tanto diversi dai vari ospedali che spacciandosi per “aziende” si gestiscono in maniera autonoma e sprecona le loro gare d’acquisto? Non sarebbe “più giusto” fare un prezzario nazionale stabilito e gestito dal Ministero della Sanità ed evitare, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, sprechi, tentazioni, costi differenti e complicati ed inefficaci iter burocratici?

Il sistema sanitario è tutto da rifondare. Gli ospedali super attrezzati e costosi devono essere riservati ai casi urgenti e alle patologie più gravi. In questi bisogna far lavorare medici, infermieri e tecnici di provata capacità, adeguatamente retribuiti e sottoposti a periodica verifica ed aggiornamento. Occupare impropriamente o per interesse (vedi clienti privati, raccomandati, amici, parenti, etc….) i posti-letto di strutture superspecialistiche create per le emergenze vere è uno dei punti cruciali dell’inefficienza del sistema. Accade così che casi urgenti arrivati nei pronto soccorsi non trovano posto per il ricovero assolutamente necessario ed iniziano pericolosi ed inaccettabili trasferimenti in ambulanze verso ospedali più o meno lontani o “poco idonei” al trattamento della specifica patologia, mentre posti-letto della struttura più qualificata sono occupati da pazienti che potrebbero essere curati a domicilio o comunque in strutture non superspecialistiche. E questo è solo la punta dell’iceberg di una deleteria organizzazione di inefficienze ed omissioni che va denunciata e combattuta. Il medico ospedaliero che rifiuta, per comodità, per pigrizia o per calcolo, l’assistenza ad un paziente in pericolo di vita è un medico che va degradato o addirittura allontanato dall’ospedale.
La stragrande maggioranza delle patologie possono essere efficacemente curate a domicilio o in strutture alberghiero-sanitarie per lungodegenti e vecchi. Si risparmierebbero tanti milioni di euro e vi si potrebbero far lavorare tanti di quegli operatori “poco capaci” che la politica si ostina cinicamente a “sistemare” in reparti specialistici non adatti a loro, dove vengono retribuiti allo stesso modo dei più bravi, che talvolta si vedono anche scavalcati nella carriera e nei privilegi con conseguenti cadute di impegno ed entusiasmo e progressivo deterioramento della qualità delle prestazioni.

Quaranta anni di lottizzazione hanno provocato danni enormi nel sistema sanità.
E’ ora di cambiare.
La politica deve togliere immediatamente le mani dalla gestione del bene salute.
I sindacati del settore vanno riorganizzati. Sono pieni di medici nullafacenti e compiacenti con i vertici degli ospedali in cambio di “distacchi”, ruoli di comodo, carriere immeritate.
I presidi di pronto soccorso vanno attrezzati di ogni strumentazione utile e riorganizzati in modo da essere il cuore del sistema assistenziale piuttosto che un posto di frontiera dove mandare allo sbaraglio i medici in punizione o senza padrini politici o ultimi arrivati.
Il sistema 118 va riformato e gestito dallo stato con mezzi propri e personale regolarmente assunto. Invece in alcune Regioni è un altro strumento di spreco e clientelismo. Società private di gestione (serbatoi di voti), operatori con doppio o triplo lavoro (gratificati con metodi clientelari), costosissimi affitti di elicotteri privati, lo rendono uno spreco ingiustificabile.
Il contratto nazionale unico per i medici del SSN è una comoda invenzione di sindacalisti qualunquisti.
Non si possono retribuire alla stessa maniera chirurghi e medici di alte specialità (neurochirurghi, cardiochirurghi, rianimatori dedicati, cardiologi e radiologi interventisti,……) e medici dei servizi generici (riabilitatori, odontoiatri, dermatologi, diabetologi,…….). L’impegno fisico e psichico, la durata della formazione, le responsabilità, lo stress… sono ben diversi.
Bisogna ristabilire le gerarchie all’interno dei reparti ospedalieri.
Non si può essere sulla carta tutti dirigenti se poi nella pratica esistono grandi differenze di capacità, esperienza ed anzianità. Occorre ritornare ai ruoli di primario, primo aiuto, aiuti, assistenti anziani e assistenti in formazione, senza passaggi automatici per anzianità da un ruolo all’altro.
Occorre creare una nuova generazione di direttori sanitari, con corsi di formazione qualificanti o titoli di studio specifici.
Oggi tanti ospedali sono affidati a direttori sanitari ignari del loro ruolo, facilmente e comodamente insediati dalla solita invadente politica. Si sono così perdute delle figure importantissime per il buon funzionamento degli ospedali.
Occorre ritornare a graduatorie nazionali per le assegnazioni dei primariati, sottraendole così a logiche territoriali e di deleterio nepotismo.
Occorre incoraggiare il ritorno delle suore nei ruoli di capo-sala, figure fondamentali per il buon funzionamento dei reparti ospedalieri.
Occorre rendere più efficace lo strumento di verifica periodica dell’attività dei primari a contratto quinquennale, invece di continuare a considerarlo un semplice ed ininfluente atto dovuto.
Ma occorre innanzitutto eliminare le figure di direttore generale e direttore amministrativo di nomina assessoriale.
E’ in queste nomine che la politica raggiunge il suo punto più basso di degrado amministrativo. Gli uomini scelti sono il frutto di frenetiche trattative di spartizione e l’unico requisito che viene loro richiesto è l’ubbidienza assoluta ai referenti politici che continuano ad imporre assunzioni, ditte fornitrici, strategie di spesa.

E’ certamente difficile trovare una soluzione efficace per questo catastrofico fenomeno.
Un triunvirato composto da un primario, un magistrato e un alto ufficiale dell’arma, tutti e tre vicini al pensionamento, potrebbe dirigere i grandi ospedali e le ASL per un periodo non inferiore a tre anni.
Potrebbe non essere la soluzione ideale, ma non riusciamo ad immaginarne una migliore.
Tagli generici alla spesa sanitaria non aiutano a guarire il sistema e finiscono per renderlo ancora più inefficiente. Il risparmio deve derivare da una migliore organizzazione.
Riorganizzare la rete ospedaliera, eliminare i reparti doppioni nati soltanto per assegnare qualche primariato o cattedra, far rispettare protocolli rigidi e scientificamente confermati per la richiesta di esami ematochimici e strumentali, evitare i ricoveri impropri, ridurre i tempi di degenza, garantire le prestazioni ambulatoriali nelle strutture dello Stato, eliminare le liste di attesa, informatizzare il sistema in modo da evitare sprechi e inutili ripetizioni di esami ed accertamenti, vigilare sui costi e sulle reali necessità del 118 in alcune zone, fornire materiali sanitari e strumentazioni a prezzi controllati e uguali su tutto il territorio nazionale, controllare rigorosamente le prescrizioni di farmaci e i loro costi reali, tagliare tante convenzioni esterne, migliorare il comfort alberghiero degli ospedali, vigilare sui concorsi di assunzione, eliminare tutti gli affitti e i sub-appalti di favore, organizzare squadre di controllo composte da magistrati dedicati e uomini dei NAS e della Guardia di Finanza che giornalmente piombino negli ospedali e nei luoghi della sanità pubblica e privata e verifichino il sistema.

Governatori delle Regioni, Assessori alla Sanità, Ministro della Salute, Ministro dell’Economia, Procuratori della Repubblica, Comandanti dell’Arma e della Guardia di Finanza, Presidenti Corte dei Conti, Giornalisti liberi ed intelligenti, collaborate per il bene del Nostro Paese.
Se vi impegnate tutti insieme ce la potete fare a ripulire questa ex gloriosa Italia da tutto il marcio generato da anni di “malamministrazione”.
Auguri e buon lavoro.

CuorePensante

martedì 8 luglio 2008

L'immondizia del Sud e la Lega del Nord



La monnezza in vacanza
Ovvero come si mette una pezza a un problema che è destinato ad allargarsi

CuorePensante



Udite, udite!!!
Il fustigador dei difetti del sud si è commosso alla vista di tanta spazzatura per le strade di Napoli e ha dato il suo consenso all’immigrazione della stessa nelle pure e sacre terre di Padania.
Ma ha sentito, prima di pronunciarsi in cotanta generosità, le sue brancaleoniche truppe di verde vestite?
Pensiamo di no. Altrimenti sarebbe scattato il veto dei suoi colti e fedeli consiglieri che, con eloquenza più o meno comprensibile al resto della penisola, avrebbero tuonato: - La spazzatura ai terroni, lo sviluppo a noi -.

Ed è difficile dar loro torto. Se le regioni del nord di questo strapazzato Paese non hanno ancora sperimentato il disagio della puzza nelle strade, del fumo dei cassonetti bruciati, dei marciapiedi impraticabili e del rischio di epidemie, una spiegazione c’è ed è giusto gridarla nelle orecchie degli amministratori di quell’altra Italia con la “monnezza”.
- Egregi commercianti di voti del sud, avete proprio amministrato male il servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti, ed ora la “monnezza” vi sta travolgendo -.
E non riempite i media di scuse e bugie. Non servono. La puzza è troppo forte e la pazienza dei vostri elettori è esaurita.
Al nord, nella Padania europea, la raccolta differenziata, le eco-balle, le discariche, gli impianti di smaltimento li hanno saputi fare e gestire.
E non lamentatevi di finanziamenti inadeguati. Se aveste avuto più soldi non avreste fatto meglio.
Sapete cosa si potrebbe fare per evitare il perpetuarsi di errori come questo?
Si potrebbe fare una sorta di federalismo degli amministratori, se così si può dire. E cioè si potrebbero mischiare le razze del nord e del sud, mandando gli incapaci e i poco onesti a lavorare vicino agli efficienti e ai ligi ai doveri e un po’ di questi ultimi nelle terre degli sprechi e dei fannulloni, così nel volger di un paio di decenni si mescolerebbero bene i DNA e si regalerebbe a questo glorioso Paese una certa omogeneità, cioè una generazione di amministratori più attenti alle sorti di questa bella Italia.

Però, se da un lato constatiamo con piacere che il senatur padano dopo la nomina a ministro si sente – come dire – “più italiano” e non fa illegittime distinzioni fra la sua terra nordica ed il resto della penisola, dall’altro lato - e anche per merito di una certa genetica diffidenza - non si riescono a comprendere bene le ragioni di tale improvvisa ed inaspettata apertura.
C’è il sospetto di un do ut des, che i pensieri degli atleti della diffidenza potrebbero così interpretare:
-Mi prendo la spazzatura, ma voglio la maggior parte dei finanziamenti nazionali per la costruzione di termovalorizzatori ed accessori. Così fra qualche anno, una volta realizzati gli impianti, il nord sarà in linea coi Paesi più progrediti e continuerà a poter smaltire efficacemente la sua spazzatura ed il sud, senza idee e senza soldi, si terrà i suoi rifiuti che non saprà e non potrà smaltire -.
Sarà allora una questione di federalismo. Le idee sono idee: siamo mica pirla?
Oppure, il duro senatur e l’ineffabile cavaliere, passeggiando per giardini in canotta e braccio sulle spalle, hanno concordato qualche altra strategia che a noi poveri osservatori di fatti pubblici non è consentito neanche immaginare.
Cosa si saranno detti i due fedeli alleati?
- Togliamo qualche ecoballa, a questi sporchi terroni -.
- Ma le balle fanno puzza? -.
- Ma il denaro no –
- Allura? –
- Consentimi. Ci penso mi -.

Non ci sentiamo di biasimare i leghisti, anche se non condividiamo la loro strenua difesa di idee disgregatrici dell’unità nazionale tanto faticosamente costruita dai nostri avi.
E ci congratuliamo con il loro leader per la coerenza della sua lotta politica e per il rispetto per la gente che lo vota.
Ma non possiamo certamente condividere delle scelte di governo che privilegiano alcune parti del Paese a discapito di altre. Siamo e vogliamo essere una sola Italia, nella buona e nella cattiva sorte.

Ci sono forti ritardi ed inefficienze nel sistema di smaltimento dei rifiuti e riguardano tante zone del Paese. Non riduciamoci ad una maleodorante penisola di immondizia. La nostra immagine all’estero ne soffrirebbe molto e il turismo, una delle nostre principali risorse, sarebbe drasticamente penalizzato.
Allora forza, signori Governanti. Spendete qualche idea e qualche ora in più per programmare soluzioni rapide ed efficaci del problema. Liberatevi da ogni condizionamento ideologico o di schieramento ed agite. Scegliete gli uomini migliori ed affidate loro pieni poteri per realizzazioni compiute. Evitate scelte di convenienza o di esperti inetti e disonesti.
E soprattutto stabilite delle regole chiare e condivise: chi sbaglia, paga.

Solo agendo così, con luminosa chiarezza ed inattaccabile capacità, riuscirete a riconquistare la stima e l’entusiasmo di quei tanti cittadini-elettori che si sono allontanati da voi perché vi reputano poco credibili.
Auguri, Italia.

CuorePensante

giovedì 26 giugno 2008

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

HILLARY CLINTON. Simply the best.




Hillary Clinton.
Simply the best.


Hillary Clinton, una donna energica e coraggiosa, una moglie esemplare, un avvocato capace, una senatrice amata dal popolo americano.

Le donne di tutto il mondo hanno seguito con interesse e/o curiosità la battaglia da Lei combattuta per conquistare la nomination per l’elezione a presidente degli USA.
Molte di queste fan erano sicure che ce l’avrebbe fatta. Ma lo spietato mondo della competizione politica ha decretato un verdetto contrario dopo un interminabile susseguirsi di vittorie e sconfitte, di speranze e delusioni, di certezze e dubbi.
Hillary Clinton alla fine non è riuscita a conquistare il traguardo, ma per molte è comunque una vincitrice e le tante lacrime della senatrice e delle sue sostenitrici, alla dichiarazione di ritiro dalla spietata competizione, hanno regalato un raro ed intenso momento di umanità a quella gigantesca, fredda, dura campagna elettorale.

Probabilmente gli USA hanno perso una grande occasione per mandare al mondo intero un grande messaggio di cambiamento.
Una donna presidente della Nazione più potente del mondo avrebbe sicuramente aperto un nuovo ed interessante scenario politico internazionale.
Le donne di tutto il mondo avrebbero applaudito all’evento, che avrebbe dato un contributo notevole a quella speranza delle pari opportunità che per molte ha ancora il sapore di una grande e sterile campagna propagandistica.

Forza senatrice Hillary.
Conquisti la vice-presidenza, che Le consentirà comunque di rimanere nella scena politica internazionale e alle prossime elezioni presidenziali ci riprovi. Sarà la volta buona. Molte donne di tutto il mondo sono con Lei e sono certe che Lei ce la può fare.

Intanto Le giunga dall’Italia, oltre alla nostra stima, anche l’invito a rivederla sul suolo di questa gloriosa terra.
Forse non abbiamo grandi idee e progetti politici degni della Sua attenzione, ma sicuramente possiamo offrirLe arte, cultura, sole, moda, gastronomia e tanta simpatia.
L’aspettiamo, signora vice-presidente degli USA.
Arrivederci. A presto.

CuorePensante
Thinking Heart

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HILLARY CLINTON. Simply the best.

lunedì 16 giugno 2008

CALCIATORI CHE DELUSIONE !!!!



Calciatori che delusione !!!


E’ un’abitudine di tanti giovani e meno giovani, uomini e donne, trascorrere i pomeriggi delle domeniche e /o dei sabati negli stadi o davanti ai televisori per immedesimarsi nella parte di tifosi o di mancati atleti o di esperti di tecniche della pedata o semplicemente di esseri umani che vogliono, per una novantina di minuti, alienarsi dai loro problemi quotidiani ed esibirsi, in alcuni casi, in sfoghi altrimenti inspiegabili.
Non ci sarebbe nulla di criticabile in tutto ciò. Sin dai tempi dei tempi i furbi che avevano il potere si sono prodigati per offrire alle masse, al popolo facilmente manovrabile, spettacoli più o meno leciti in cambio di obbedienza, consenso, cecità per i problemi importanti.
Divertiti mio popolo e vedi “di rompere il meno possibile”!!!!

Ma è del popolo ristretto che sta dall’altra parte delle transenne o dello schermo televisivo, di quel popolo di baciati dalla fortuna che corre sui prati verdi in pantaloncini e calzettoni e fa finta di fare cose ineguagliabili, di quei tanti miti del tiro e del dribbling, che vogliamo qui parlare.

Non possiamo certo attendere oltre per gridare quello che più ci da fastidio e cioè che dei ragazzini che dimostrano spesso di avere meno neuroni di un cactus e di aver saltuariamente frequentato (forse!!) scuole dove non si conosceva il vocabolario e si adottavano testi che non comprendevano la grammatica, in generale, ed i verbi al congiuntivo, in particolare, guadagnino in un anno (o meglio, in meno di un anno, e cioè in un campionato) molto più di quello che lavoratori infaticabili, professionisti indispensabili, uomini di scienza ammirevoli, guadagnano forse in tutta la loro vita.
E’ normale ed accettabile tutto ciò?
Assolutamente no, - risponderanno in coro tutti coloro che hanno buon senso o semplicemente tanta rabbia per le ingiustizie che si consumano sotto i loro occhi.
E’ tutta invidia?
Certo che sì. Perché nasconderlo. C’è anche una buona dose di invidia nella risposta collettiva.
Però, certo che l’invidia mista ad un po’ di rabbia ci viene proprio sollecitata energicamente. Non si può rimanere indifferenti davanti alle immagini e ai modelli di vita che alcuni media ci sbattono in faccia. E così, continuamente, ci ritroviamo questi “eroi della pedata” belli, abbronzati, palestrati, accompagnati da belle donne, seduti su potenti auto, a bordo di magnifiche barche, in lussuose ville con piscina.
A molti comuni mortali non fa bene tutto ciò. Anzi, per essere più espliciti, a tutti coloro che non riescono a comprarsi un’abitazione o a non pagare il mutuo o a non arrivare a fine mese con il misero e sudato salario o a non poter fare un regalo ai propri bambini o a non poter andare qualche giorno al mare o a non essere mai riusciti nemmeno a sfiorarla una bella donna, be’ a tutti costoro girano giustamente le pa….. a vedere quelle pagine di riviste rosa.

E dopo aver giustamente ricordato lo stato d’animo dei tanti invidiosi giustificati, dobbiamo occuparci anche di un altro aspetto, come dire, meno sportivo.
Pagano, questi fortunati e celebrati “scienziati della pedata”, tutte le tasse dovute?
Sono i loro favolosi ed ingiustificabili contratti fatti “alla luce del sole” e senza nascondere quindi cervellotiche operazioni di finanza clandestina?
Questo ultimo compito lo lasciamo giustamente ai bravi cacciatori di evasori fiscali.
A noi deve rimanere lo sdegno e la delusione di tifosi traditi, di italiani pieni di problemi che non hanno trovato il relax sperato nel guardare quegli ex eroi che ansimavano e sbagliavano come i dilettanti della squadra della parrocchia.
A noi deve rimanere la voglia di dire basta alla mitizzazione di giovinastri che non hanno neanche la capacità di rappresentare degnamente il loro Paese, di rispettare l’orgoglio e il bisogno di identità nazionale di tanti altri giovani e meno giovani che, in nome di questi valori e del bisogno di sentirsi parte di un gruppo o di un fine, affrontano spese e disagi per seguire i loro “falsi eroi” che non conoscono neanche l’inno della nazione che pretendono di rappresentare.

Ai signori del Governo e al responsabile dello sport, in particolare, suggeriamo di pensare ad una normativa che regoli gli ingiustificabili favolosi contratti dei calciatori.
Sappiamo che è azione non facile in un governo presieduto dal proprietario di una squadra di serie A, ma potrebbe essere un buon segnale di autonomia e decisionismo che troverebbe un’ampia approvazione popolare e calmerebbe tanti sostenitori della risoluzione veloce dei conflitti di interesse.

Ai professionisti delle pallonate vogliamo semplicemente dire: –
Basta.
Smettetela con le vostre ostentazioni di opulenza ed altro.
Non fateci incaz…… più di così.
Ritornate nella vostra dimensione di giovani ignoranti dal fisico allenato.
Fatela finita con i vostri atteggiamenti da scienziati premi Nobel quando vi intervistano. Parlate di un gioco banale. Parlate di pallonate e non di formule scientifiche o di scoperte rivoluzionarie per il progresso dell’umanità.
Siete dei bei giovanotti (non tutti), ma quelle belle donne che vi stanno vicino le vedreste solo sulle riviste se non aveste tutti quei soldi che vi regalano.-

Ritorniamo tutti a pretendere dimensioni più accettabili dei simboli sociali.
E voi signori della carta stampata e voi professionisti del microfono da intervista, smettetela di fare le comari pettegole e di vomitare domande idiote a giovani ignoranti. Restituite dignità al vostro mestiere di giornalisti.

CuorePensante

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domenica 8 giugno 2008

What "do you do" FAO?




Hunger and International Istitution



Stately meetings.
Powerful men of the earth meet, smile, exchange tips and favours each other.
Abundant lunches and dinners.
Luxury blue cars.
Wonderful halls.
Some witty remark and much unnecessary and deducted talk.
Out of place courtships.
Representatives of “hungry” countries displays high tailoring clothes and refined accessories.
Flowers. Gifts. Souvenirs to expose in their wealthy homes.
And in the end?
… .. Still smiles, handshakes, a goodbye to the next meeting and then everyone flights home, by private aircraft or in business class.
And the hunger? And all children and elderly who have died of hunger while the "powerful men" of the earth were trying to deal with them? They will think about them?

Few rare television reportages. Some sad pictures in the newspapers. And many, but insufficient, offers from wealthy citizens encouraged by the spirit of solidarity or simply by the remorse of their consciences, continue to let those powerful men feel themselves useful to the cause in name of which they spend, to continue to exist and to be gratifying, more than that sufficient to save the lives of thousands of poor unfortunate inhabitants of this our strange planet.

The international humanitarian organisations are theoretically a nice invention of the modern and democratic states, but in reality they play a role less important than that for which it was created. Their power is, in fact, limited by politics and by the interests of the most powerful countries and of lobbies and multinationals that are able to benefit from even the more desperate situations . Not having unfortunately own resources, poor Nations are subject to alms and to the generosity of those who have money and power.

Scarcely listened, even if simply strong, are the invocations of the Pope exhorting -”Globalization of Solidarity" -.

To cancel the debt of those poor countries is not sufficient, if nobody goes to see then how that money was spent and somebody continues to get them into debt again by interventions with poor or even harmful profits.
We must emerge from a process of perpetual cynicism and provide a sustainable development and the infrastructure necessary to create the conditions for a more equitable distribution of wealth in the world.

Mr. Rulers and especially lords senior management of FAO, not come back to your prestigious offices only to make phone calls, to send faxes and to plan trips and inefficient meetings. Try to keep in your thoughts that while you are used to exert and maintain your temporary power, many beings like you, are dying because they do have neither some of your small change to buy a little flour or rice.
Above all, try to think that could happen to any one of us to be born and to live in those unlucky places.
Worldwide there is still a lot of people who die of hunger, let us not forget that, in our everyday lives of sufferers of Western consumerism.





The hungry people are everywhere: in the mountains, in the plains, along the coasts and islands. In every region of the world is hungry people.
Here is their geographical distribution:

Sub-Saharan Africa: 204 million
Asia / Pacific: 156 million
India: 221 million
China: 142 million
Latin America / Caribbean: 53 million
Near East / North Africa: 39 million
Countries of the former Soviet Union: 28 million
Other industrialised countries: 9 million

CuorePensante
(Thinking Heart)

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sabato 7 giugno 2008

Che "fao" la FAO?







La fame nel mondo e la debolezza delle istituzioni internazionali.

Il messaggio del Papa:
"Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni avverse o da calamità". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel messaggio dal segretario di Stato Bertone al vertice della Fao. "Fame e malnutrizione - ha aggiunto - sono inaccettabili in un mondo che in realtà dispone di risorse, produzioni e conoscenze sufficienti".


Pompose riunioni.
Potenti della terra che si incontrano, si sorridono, si scambiano dritte e favori.
Pranzi e cene abbondanti.
Lussuose auto blu.
Bei saloni.
Qualche inutile battuta e tante chiacchiere scontate.
Un corteggiamento fuori luogo.
Rappresentanti dei Paesi “affamati” che sfoggiano vestiti di alta sartoria ed accessori raffinati.
Fiori. Regali. Ricordi da riportare nelle loro agiate dimore.
E alla fine?
….. Ancora sorrisi, strette di mano, un arrivederci al prossimo incontro e tutti di corsa a casa, con aerei privati o posti riservati in business class.
E la fame? E i tanti bambini ed anziani che sono morti di fame anche mentre i “potenti” della terra stavano tentando di occuparsi di loro? A loro chi ci penserà?

Qualche raro reportage televisivo. Qualche triste foto sui giornali. E tante, ma insufficienti, offerte di cittadini benestanti spronati dallo spirito della solidarietà o semplicemente dai rimorsi della coscienza continueranno a far sentire quei potenti utili alla causa per la quale riescono a spendere, per continuare ad esistere e gratificarsi, più di quanto basterebbe a salvare la vita di migliaia di poveri sventurati di questo nostro strano pianeta.

Le organizzazioni umanitarie internazionali sono teoricamente una bella invenzione degli stati moderni e democratici, ma nella realtà finiscono per svolgere un ruolo meno importante di quello per il quale sono state create. Il loro potere appare, infatti, limitato dalla politica e dagli interessi dei Paesi più potenti e delle lobby multinazionali che riescono a trarre profitto anche dalle situazioni più disperate. Non disponendo poi di risorse proprie sono soggette alla questua e alla generosità di chi ha soldi e potere.
Poco ascoltate, anche se semplicemente forti, sono le invocazioni del Papa che esorta alla –“Globalizzazione della Solidarietà” -.
Cancellare il debito pubblico di quei Paesi poveri non basta, se poi non si va a vedere come è stato speso quel denaro e si continua ad opera per indebitarli nuovamente con interventi poco utili o addirittura dannosi. Occorre uscire da un processo di cinismo perpetuo e fornire sviluppo sostenibile ed infrastrutture indispensabili per creare le condizioni di una più equa distribuzione del benessere nel mondo.

Signori governanti e soprattutto signori alti dirigenti delle organizzazioni mondiali, non tornate nei vostri prestigiosi uffici solo per fare telefonate, inviare fax e programmare viaggi e riunioni poco efficaci. Cercate di tenere sempre presente nei vostri pensieri che mentre voi vi adoperate per esercitare e mantenere il potere temporaneo, tanti vostri simili stanno morendo perché non hanno qualcuno dei vostri spiccioli per comprare un po’ di farina o di riso.
E soprattutto cerchiamo di pensare che poteva capitare ad ognuno di noi di nascere e vivere in quei posti sventurati.
Nel mondo c’è ancora tanta gente che muore di fame, cerchiamo di non dimenticarlo nella nostra vita quotidiana di occidentali malati di consumismo.

CuorePensante

Dove vivono gli affamati?
Le persone affamate si trovano dappertutto: in montagna, in pianura, lungo le coste e sulle isole. In ogni regione del mondo c’è gente affamata.
Ecco la loro distribuzione geografica:

Africa subsahariana: 204 milioni
Asia/Pacifico: 156 milioni
India: 221 milioni
Cina: 142 milioni
America latina/Caraibi: 53 milioni
Vicino Oriente/Africa del Nord: 39 milioni
Paesi della ex Unione Sovietica: 28 milioni
Altri paesi industrializzati: 9 milioni

martedì 3 giugno 2008

I FANNULLONI NEL PUBBLICO IMPIEGO



Quis custodies custodes?

Chi controlla i controllori?

Giovenale


Fannulloni nel pubblico impiego
Il Ministro ha ragione ?




Appena insediatosi, il nuovo ministro della funzione pubblica ha lanciato minacciosi strali contro gli impiegati degli innumerevoli uffici dove la burocrazia complica la vita degli Italiani.
Si vogliono rendere più veloci e snelle le tante pratiche che costringono i cittadini di questo glorioso Paese ad interminabili file e ricorrenti “incazzature”.
E per riuscire in questa ciclopica impresa, il neo nominato componente del neo eletto Governo vuole innanzitutto colpire “ i FANNULLONI ”.
Ma chi sono i fannulloni?
E soprattutto, se il neo ministro “azzecca” la definizione e riesce a scovarli e ad epurarli, quanti lavoratori resteranno nei tanti già poco efficienti uffici pubblici ?

Pur condividendo la necessità di una riforma della macchina burocratica, per rendere più moderno e meno complicato il mestiere di bravi ed onesti cittadini, dobbiamo sottolineare il sapore propagandistico delle affermazioni di un cittadino che, seppur investito recentemente di un alto incarico, tuttavia, per aver vissuto un po’ di anni in questo Paese, ha sicuramente accumulato esperienze determinanti per sapere che il compito che si appresta ad affrontare non sarà facile e non produrrà comunque gli effetti desiderati.
Innanzi tutto perché i fannulloni non stanno solo da una parte e non vanno cercati solo in alcuni apparati dello Stato piuttosto che in altri.
Per volere essere più chiari. I suoi colleghi eletti al Parlamento ed i loro costosi codazzi, poiché vengono remunerati con denaro pubblico, possono essere annoverati fra i destinatari dei minacciosi strali? Possiamo quindi cercare di sapere quanti assenteisti o “fannulloni” (se si preferisce chiamarli così), ci sono tra di loro ?
E vorrà il ministro intervenire su tutti quegli altri “mantenuti” dallo Stato - (pagati coi soldi di tanti lavoratori e onesti contribuenti ) - sui quali la politica cala il sipario ogni volta che qualcuno prova a denunciarne inutilità e costi e, così facendo, consente all’omertà e allo spreco di continuare a regnare per anni in attesa delle successive, e sempre inascoltate, grida allo scandalo? Ed alcuni suoi colleghi, insensibili agli sprechi e alla necessità di trasparenza, glielo consentiranno?
Occorre poi fare -come dire - una gerarchia anche nella casta dei fannulloni. Perché bisognerebbe individuare, e colpire per primi, quei fannulloni che occupano la posizione di “capo”. Quei dirigenti, cioè, che molto spesso arrivano in posti di responsabilità per “designazione politica” piuttosto che per meriti e capacità e che compromettono il buon funzionamento dell’ufficio rendendo inutile, lento o errato, il lavoro di tanti buoni impiegati che, a causa di colpe non loro, potrebbero essere sommariamente inclusi tra i fannulloni.
Occorre ancora, capire perché in uffici dove c’è molto da fare ci sono pochi impiegati che non riescono a smaltire tutte le pratiche loro affidate e quindi rischiano di passare per fannulloni pur facendo più del loro dovere e viceversa, in uffici con poco lavoro ci sono così tanti impiegati che, per non disturbarsi troppo a vicenda, sono costretti a spostarsi al bar o in luoghi dove si possa fumare in pace. Non saranno, per caso, questi i posti più ambiti da quei parassiti che si trascinano intorno al mondo della politica?
E che dire poi di quegli uffici nei quali il numero dei dirigenti è superiore a quello degli impiegati?
E non possiamo certamente dimenticare i “fannulloni realizzati”, quelli cioè che passano mesi o anni a disperarsi, a elemosinare un posto sicuro - (non importa di che tipo) - e quando alla fine ci riescono, magari in cambio di una manciata di voti, si autogratificano affermando con gioia – “ho trovato un lavoro magnifico,………. non si fa niente!!!”-.
Purtroppo anche questa è una cultura radicata e difficile da correggere. E intanto la spesa pubblica continua a lievitare e certamente non solo per colpa dei fannulloni.

Auguriamo al neo ministro di riuscire a fare quello che ha proclamato e di migliorare la macchina dello Stato, purché eviti ingiuste persecuzioni e definizioni.
E soprattutto, ci auguriamo che renda giustizia a quei tanti bravi ed efficienti impiegati pubblici umiliati dall’arroganza e dall’inettitudine dei “fannulloni raccomandati”.

CuorePensante

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sabato 24 maggio 2008


This beautiful creature is the result of the love of two Italians of central Italy, of the part of our country so, where the DNA is pure and Nostrano, not having been so many foreign invasions, as in other parts of the peninsula. Monica is one of the women most beautiful of the world and we are all proud to be his countrymen. Monica is a testimonial exceptional for the image of Italy in the world, succeeding, with his unparalleled charm, to do for our glorious country much more than others vip.

Monica, we thank you to exist.

CuorePensante

(ThinkingHeart)

MADE in ITALY: Monica Bellucci


Cette belle créature est le résultat de l'amour de deux Italiens du centre de l'Italie, de la part de notre pays, où l'ADN est pur et Nostrano, n'ayant pas été si nombreux étrangers invasions, comme dans d'autres parties de la péninsule. Monica est une des femmes plus belle du monde et nous sommes tous fiers d'être ses compatriotes. Monica est un témoignage exceptionnel pour l'image de l'Italie dans le monde, réussit, avec son charme sans précédent, à faire de notre magnifique pays beaucoup plus


CuorePensante

Pensieri & Parole & Cuore: MADE IN ITALY

https://www.blogger.com/start/Pensieri & Parole & Cuore: MADE IN ITALY

MADE IN ITALY


Questa stupenda creatura è il frutto dell'amore di due italiani dell'Italia centrale, di quella parte del nostro Paese quindi, dove il DNA è puro e nostrano, non essendoci state così tante invasioni straniere, come in altre parti della penisola.
Monica è una delle donne più belle del mondo e noi tutti siamo orgogliosi di essere suoi compatrioti.
Monica è un testimonial eccezionale per l'immagine dell'Italia nel mondo, riuscendo, col suo impareggiabile fascino, a fare per il nostro glorioso Paese molto più di tanti osannati potenti.
Ci dispiace che ci abbia lasciati per mettere su casa a Parigi ma, come dicono coloro che vogliono autoconsolarsi -"al cuore non si comanda"-.
Monica, siamo sempre felici di rivederti dalle nostre parti e.......grazie di esistere.
CuorePensante

giovedì 22 maggio 2008

ICI. Detassazione straordinario. Emergenza rifiuti


ICI: imposta comunale ingiusta
Detassazione straordinario. Emergenza rifiuti.


I Primi Provvedimenti del Governo
riunito a Napoli

Evviva!!!! Il Governo e tutto il suo teatro ambulante si è finalmente riunito in pompa magna in un angolo di Napoli liberato dall’immondizia, (solo per qualche giorno però), e ha varato i primi provvedimenti per “far rialzare” l’Italia.
Le promesse sono debiti e quelle fatte in campagna elettorale hanno un valore speciale, perché consentono di avere voti e conquistare il potere che è molto importante avere, piuttosto che subire.
E allora? Si possono deludere così presto tutti quegli Italiani che hanno abboccato?
No !!!! Certo che non si può.
Togliamo l’ICI di giugno e poi, forse, anche quella di dicembre e quando i cittadini si accorgeranno che questo omaggio impoverirà ulteriormente le casse dei comuni e verranno a mancare tanti di quei servizi già carenti, diremo loro che è necessario fare dei sacrifici per risanare i conti e rimetteremo un’altra tassa che potremo chiamare RICI (ripristino imposta comunale ingiusta).
Ah,…. visto che ci siamo. Perché non detassiamo anche gli straordinari così diamo qualche euro in più a quelli che continuano a lamentarsi di non riuscire ad arrivare alla fine del mese ?
Bello !!! Efficace !!! Questa sì che si chiama “generosità di Stato”.
Peccato che poi pensandoci troppo hanno finito per rovinare il regalo.
Eh già, proprio così. Perché i cervelloni dell’economia, facendo due conti a fine pranzo (sontuoso naturalmente), si sono accorti che stavano esagerando in generosità e così non potendo migliorare, (con 200-300 euro in più l’anno,…. sic), il tenore di vita di tutti i lavoratori dipendenti italiani, hanno corretto la destinazione della lauta elargizione per limitare i costi. Hanno pensato (durante la lenta digestione rallentata dal buon vino) di far stare meglio, per ora, solo i dipendenti privati con reddito inferiore a 30-35000 euro l’anno. Gli altri, quell’esercito di dipendenti pubblici (tra i quali si annidano dei fannulloni, secondo qualcuno dei commensali di Napoli ) li accontenteranno più in là, forse.
Quello che non è stato detto, in quel trionfo di sorrisi e bonismo, è che alla stragrande maggioranza di lavoratori dipendenti non è consentito fare lavoro straordinario e se lo fanno, perché sono masochisti o semplicemente perché il funzionamento dell’apparato statale lo esige, non viene loro neanche pagato. Ancor più paradossale è poi la posizione di quei tanti precari e giovani costretti a lavorare in nero, che lo straordinario non sanno neanche cosa sia.
Grazie signori della politica. Un grazie carico di riconoscenza, da parte di tutti quei lavoratori impoveriti dal centro-sinistra, per lo sforzo che avete fatto o promettete di fare per detassare l’inesistente ed incrementare di un bel nulla le buste paga dei vostri fedeli elettori.
E trovandosi a Napoli, non si poteva fare a meno di pronunciarsi sull’emergenza rifiuti. D'altronde, la prima riunione del Consiglio era stata voluta in quella città proprio per dare un segnale mediatico positivo in relazione alla questione immondizia.
E allora ? Un altro sorriso largo e pieno di denti curati e fuori l’annuncio: “Risolveremo il problema rifiuti…… Fra due anni e mezzo, le strade saranno liberate e pensiamo di eliminare…. anche la puzza”.
Che bello !!! Fra poco più di due anni gli abitanti perivesuviani potranno camminare sui marciapiedi, i loro bambini ritorneranno a giocare per strada e le città profumeranno di…. (non riusciamo ad immaginare di cosa).
Che bravi !!! Quando si dice il decisionismo e l’efficienza.
Però qualche ingrato potrebbe avanzare dei dubbi. Ma come? Avete ferocemente criticato e condannato il governo precedente perché dimostrava di non saper risolvere il problema in poche settimane ed ora dobbiamo esser contenti di sentire che voi ci toglierete l’immondizia entro due anni e passa ?
Ingrati. Non sapete aspettare e non sapete apprezzare l’impegno di chi si sacrifica per voi.
Che bello vivere in Italia ed avere la fortuna di essere governati da uomini (e donne) scelti democraticamente dal popolo per le loro eccezionali qualità politiche.
Perché non votiamo almeno una volta l’anno. Dateci la possibilità di dimostrarvi quanto vi vogliamo bene e di incrementare ogni volta di più il vostro bottino di voti.
Grazie di esistere.
CuorePensante

domenica 18 maggio 2008

IMMIGRAZIONE


Immigrazione, globalizzazione, ordine pubblico.

Anche la nostra penisola è diventata da qualche anno la meta di tanti abitanti di questo pianeta che hanno avuto la sventura di nascere in luoghi meno fortunati e/o con un colore di pelle diverso dal nostro.
Sono le conseguenze di una informazione non sempre corretta, che viaggia veloce coi moderni mezzi di comunicazione, e di aspirazioni alimentate da una cultura consumistica voluta da quella parte di pianeta dove le lobby ed il business imperano senza tregua e senza scrupoli.
Si è così venuto a creare un nuovo fenomeno di schiavitù e di tratta di esseri umani che pensavamo di aver ormai definitamene rilegato nei libri di storia.
Si sono create le condizioni per generare un conflitto di razze e caste sociali, che ha pericolosamente superato il già presente antagonismo tra nord e sud, tra terroni e polentoni, tra i più evoluti e i meno civili, tra i benestanti e i poveri che nel nostro Paese ha tenuto banco per alcuni decenni, senza mai degenerare in un odio da caccia all’intruso e da ronde armate fai da te.
Lo sbarco dei clandestini che pericolosamente inseguono un sogno di benessere, le tante belle e giovani ragazze costrette a vendere il proprio corpo, i bambini sfruttati e i delinquenti feroci, sono uno spettacolo che, soltanto alcuni decenni fa, non avremmo mai immaginato di vedere nella nostra terra. Quello che già era successo in Germania, in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, pensavamo fosse un fenomeno esclusivamente loro, che non potesse mai ripetersi in un’Italia che agli stranieri offriva prevalentemente arte, storia, sole, moda e gastronomia. Ed invece, eccoci ad affrontare quella che è una vera emergenza con soluzioni non facili e non sempre praticabili senza violare le leggi internazionali e offendere la nostra cultura cattolica.
Che fare allora?
Far prevalere lo spirito della solidarietà ed aiutare questi poveri disgraziati ad integrarsi nella nostra società o fare la conta e rimandare indiscriminatamente indietro, verso un destino tragicamente incerto, tutti quelli in esubero rispetto alle nostre esigenze di interessata accoglienza?
I nostri governanti non hanno idee univoche sul da farsi e agiscono, il più delle volte, per soddisfare esigenze propagandistiche piuttosto che per approntare soluzioni efficaci e condivisibili.
I nostri sociologi si dividono fra favorevoli e critici. I primi vedono nel fenomeno una garanzia per mantenere bassa l’età media di una società che tende sempre più ad invecchiare e ad avere sempre meno forza-lavoro, soprattutto per tutte quelle attività faticose, umili o particolarmente usuranti. Quelli contrari profetizzano pericolosi e definitivi sconvolgimenti etnici che causeranno perdita di identità e traumi sociali gravi nel nostro popolo ed auspicano un incremento delle nascite, magari convincendo gli Italiani, con incentivi economici ed altro, ad accoppiarsi più frequentemente e più proficuamente tra di loro.
Non pretendiamo di avere la ricetta magica per curare il fenomeno e quindi rimandiamo ai commenti di chi ci leggerà per la ricerca di un’equilibrata analisi e di soluzioni praticabili.
Certo è, che non dobbiamo venire meno ai nostri principi di cristiani e non possiamo trincerarci dietro una pur giustificabile difesa della nostra identità e sicurezza per nascondere egoismi ed intolleranze inaccettabili. Ricordiamoci che quei disgraziati scappano dalla miseria, dalle guerre, dalle epidemie, dalle persecuzioni e se non riusciamo a capire il dramma di quelle situazioni è semplicemente perché siamo stati più fortunati di loro.
Ai politici degni di una statura internazionale, spetta il compito di trovare soluzioni di pace, stabilità e sviluppo nei Paesi di origine di quei disgraziati.
Ai responsabili dell’ordine pubblico, auguriamo di combattere energicamente la delinquenza importata, senza però cadere nel pericoloso equivoco di considerare perseguibile e maltrattabile ogni immigrato. Fra di loro ci sono tanti uomini e donne che hanno dignità, cultura e voglia di migliorarsi: questi vanno rispettati, sono essere umani come noi anche se parlano un’altra lingua o hanno un colore di pelle diverso dal nostro.
CuorePensante

giovedì 15 maggio 2008

EMERGENCY. Fieri di essere Italiani.


Emergency.

Quando l’intraprendenza e la solidarietà di pochi cittadini privati riesce a fare di più e meglio delle blasonate istituzioni internazionali.
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Domenica 10 maggio 2008, abbiamo seguito con interesse ed ammirazione l’appello sincero che Gino Strada, medico italiano fondatore di Emergency, ha fatto dagli schermi televisivi, ospite della trasmissione di RAI 3 “Che tempo che fa”.
Ci piace sottolineare, a dimostrazione della pluralità e della qualità che i media ci offrono, che tutto ciò accadeva esattamente ad un giorno di distanza delle tanto criticate, e da qualcuno censurate, dichiarazioni di “Fra Marco Savonarola”.
E’ davvero un vanto del “made in Italy”, se così si può dire, sapere che un’organizzazione medico-umanitaria voluta e diretta da italiani, si sia così prepotentemente ed efficacemente imposta all’attenzione internazionale, fornendo aiuti concreti ed indispensabili, che i tanti celebrati padroni della politica e delle istituzioni mondiali non riescono ad imitare o semplicemente a decidere durante le loro sontuose e costose riunioni.
A Gino Strada e a tutti i suoi collaboratori vada la stima e la riconoscenza di tutti coloro che si riconoscono nei sani e appaganti principi della solidarietà e degli aiuti concreti verso i più deboli e i più bisognosi.
E’ giusto ricordare, oltre ai successi chirurgici e alle realizzazioni strutturali funzionanti, i rischi che il popolo di Emergency affronta quotidianamente operando nei territori di guerra.
E’ di questi giorni la notizia, non riportata dai mezzi d’ informazione nostrani, che i guerrieri del Darfur hanno occupato Khartoum e sparano nei pressi del Centro di Cardiochirurgia Salam, unico centro di eccellenza del Centrafrica, dove tanti medici, tecnici ed infermieri italiani di Emergency si trovano per operare al cuore bambini ed adulti del luogo, altrimenti destinati a sofferenze e morte.
In relativamente pochi mesi, Gino Strada ed i suoi collaboratori sono riusciti a creare un bel centro di cardiochirurgia e a renderlo operativo. Già questo dovrebbe essere di esempio (e perché no, costituire anche motivo di biasimo ed umiliazione), per tutti quegli amministratori nostrani della salute pubblica, che impiegano somme ingenti e tempi infiniti per mettere in piedi reparti ospedalieri che poi spesso non funzionano anche perché affidati a direttori inadeguati scelti secondo criteri di spartizione politica, piuttosto che di provata capacità professionale.
E così, Emergency riesce a far funzionare, nel deserto dell’Africa centrale, con costi contenuti, una specialità complessa e multidisciplinare come la cardiochirurgia che nella nostra civile Patria è stata spesso motivo di scandali e sperperi.
Invitiamo i nostri mezzi di informazione ad interessarsi delle vicende del popolo del Darfour e delle difficoltà drammatiche che i nostri connazionali impegnati nel Centro Salam stanno affrontando.
E a tutti, un richiamo alle coscienze per sostenere con un gesto, anche piccolo, questi ammirevoli eroi del nostro tempo.
Auguri Emergency!!! E fateci ancora sentire fieri di essere Italiani.
Cuore Pensante

domenica 11 maggio 2008

Il Ponte sullo Stretto. E' veramente così necessario?


“ Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare “

Un panorama stupendo si presenta a chi dopo un viaggio più o meno lungo in autostrada si avvicina alla Sicilia: è lo Stretto di Messina, con il colore blu intenso del suo mare e le coste dominate dai piloni e dalle tanti luci che rendono ancor più suggestivo l’insieme nelle ore notturne.
Da sempre un andirivieni di traghetti e di feluche lo hanno caratterizzato agli occhi dei locali e dei visitatori di passaggio. Storie e miti hanno riempito la fantasia degli abitanti delle due sponde e la penna di qualche narratore. La natura con le sue leggi e le sue grandi capacità di adattamento ha creato dei laghi e dei rilievi mirabilmente incantevoli ed un luogo di ristoro per volatili migratori in viaggio verso il caldo africano.
Si potrebbe continuare ad evocare la poesia e l’arte in genere per convincere anche i meno interessati alla bellezza del luogo, ma crediamo sia più urgente, in questo momento di proclami propagandistici, spendere il tempo e lo spazio disponibili per convincerci della scelleratezza ed intempestività del progetto.
E’ davvero necessario smembrare un luogo così bello per costruire un’opera che darà molto meno di quello che promette?
Dipende solo dalla mancanza di un ponte così lungo, non facile da costruire e non sempre praticabile per i forti venti che spesso investono la zona, lo sviluppo della tanto martoriata Sicilia?
O la sua realizzazione serve solo a creare un’attrazione internazionale (se mai verrà completato e resterà poi in piedi) da legare al nome di qualche sostenitore che vuole in questo modo lasciare un segno indelebile nella storia del nostro Paese?
Chi conosce le necessità e le priorità della Sicilia, sa benissimo che non è il Ponte sullo Stretto che cambierà le sorti di quel profondo sud, se poi per andare da Messina a Palermo, piuttosto che a Ragusa o ad Agrigento o a Caltanissetta o a Siracusa si imboccano strade vetuste o non esistono ferrovie adeguate e si impiegano ore ed ore.
Il ponte farebbe risparmiare, forse, dieci-venti minuti nell’attraversamento dello Stretto, per poi impiegare un giorno per raggiungere la meta in Sicilia.
E per chi, invece, parte dall’isola per raggiungere il nord del Paese, che vantaggio porta il risparmio di una manciata di minuti in un viaggio di tante ore?
In un momento così delicato per l’economia del Paese, le illuminate menti economico-finanziarie così “democraticamente scelte” dal popolo, dovrebbero impiegare meglio le loro capacità programmatiche. Non è un discorso di sinistra o destra al governo. La maggior parte della gente, come me, non riesce più a cogliere le differenze tra i due schieramenti, in termini di capacità di governare e di procurare sviluppo.
Per rimanere in tema con l’attualità, potremmo dire che “quando la neve si scioglie si scopre la monnezza”. E così, finita la foga della campagna elettorale, gli Italiani si ritroveranno coi problemi irrisolti degli ultimi anni e con una recessione che rende tanti sempre più tristi oltre che sempre più poveri.
I meno abbienti di sempre e più recentemente anche quelli che erano considerati la “classe media” a stipendio fisso, hanno sempre più bisogno di avere certezze per il futuro loro e dei loro figli. Devono capire che cosa riescono ad acquistare coi loro salari. Devono sapere se la loro pensione è garantita dopo 35-40 anni di lavoro. Devono avere la certezza di poter pagare il mutuo. Devono vedere che anche i furbi pagano le tasse. Devono sapere di essere governati da persone capaci e perbene che hanno scelto di fare politica per spirito di servizio e non per garantirsi privilegi e potere.Mi piacerebbe che si aprisse un forum nazionale sull’argomento e si creasse un movimento di pensiero libero e puro per il bene di tutti gli abitanti onesti di questo bello e glorioso Paese.

ALITALIA. Perchè non riesce a "decollare"?


Alitalia senza ali e senz’Italia

Era bella la nostra Alitalia.
Gli aerei eleganti con le loro code verdi. I piloti più bravi. Il servizio a bordo puntuale e cortese. Le belle hostess. La sensazione di sentirsi a casa in qualunque parte del mondo si volasse.
Ce la invidiavano gli altri.
E ora? Ora è diventato un enorme carrozzone mangiasoldi da svendere.
Perché? Come è potuto accadere tutto ciò?
Per anni abbiamo sentito di grandi esperti nominati amministratori della compagnia, che hanno percepito enormi compensi e sono stati licenziati con favolosi premi dopo aver incrementato il dissesto economico.
Ma non ci sarà qualcosa che non torna?
Perché piccole compagnie resistono ed incrementano i loro traffici e la nostra gloriosa Alitalia è ridotta così?
Vuoi vedere che, sotto sotto, c’è ancora la politica ed i suoi loschi intrecci?
Non sono forse di nomina politica gli amministratori della nostra (ancora per poco) compagnia di bandiera?
Non sono forse i politici e le loro corti ad avere preteso assunzioni senza limiti e non necessarie?
E allora? Perché non pignoriamo gli stipendi e le pensioni scandalo di quei signori e non li facciamo simbolicamente confluire nelle asfittiche casse dell’Alitalia?
Fosse la volta buona che incominciassero ad essere più accorti nella gestione delle “cose pubbliche”e non li considerassero più roba di nessuno, utile solo a mantenere potere, consenso, clientele e finanziamenti occulti.
La gente comincia a chiedersi: -Ma saranno ancora sicuri gli aerei dell’Alitalia? La manutenzione è ancora puntuale e precisa come una volta?-
Le cordate vere o finte, purchè italiane, dovrebbero far presto se vogliono salvare una gloriosa compagnia. E non aspettare furbescamente di fare un affare più lucroso di quello che già è. E soprattutto non consentire che essa venga lentamente smembrata e fagocitata da partners europei, più accorti nella gestione delle cose pubbliche, che hanno interesse ad impossessarsi di rotte redditizie e di rendere i passeggeri italiani utenti di serie inferiore da costringere a scali stressanti, perditempo ed antieconomici.
Cari governanti presenti, passati e futuri, basta con le chiacchiere e le promesse propagandistiche. La campagna elettorale è finita. Ora bisogna dimostrare a questo popolo succube che siete in grado di realizzare quelle riforme e quel benessere che avete gridato con tanta facilità per accaparrarvi i voti.
La gente è stanca e sempre più povera. I supermercati sono sempre meno affollati. I cinema sono quasi deserti. Le vacanze si fanno sempre più rare, più brevi e più economiche. La casa ed i suoi servizi primari sono diventati, per tanti, un lusso. I giovani non riescono a trovare lavoro e alcuni anziani non riescono a mangiare per tutti i giorni del mese.Italiani che occupate le sedi del potere, è ora di cambiare metodo. Non siete lì per fare i vostri interessi. Non è più possibile. Date una svolta eclatante al modo di fare politica. Basta con le contrapposizioni sterili. Basta con le passerelle da prime donne. C’è bisogno di idee e progetti per uscire da questa crisi. C’è bisogno di restituire alla politica il suo ruolo puro. Basta con l’inettitudine e gli interessi di parte. Basta con gli sprechi ed i privilegi. Dovete restituire al vostro ruolo quella nobiltà che da tempo manca. Siete degli eletti della società e da eletti, da esseri superiori, dovete agire, tenendo in mente sempre che avete una importante missione da svolgere e che da voi dipendono i destini di milioni di persone che, con il loro voto, vi hanno delegato a farli vivere nel modo migliore possibile.

Gli Italiani continuano a fare sacrifici di sinistra e di destra




Evviva!!! Finalmente il nostro glorioso Paese ha un governo forte.
Complice una legge elettorale “non proprio democratica”, la coalizione guidata dal tenace Cavaliere ha fatto un buon bottino di voti e si appresta a governare con una larga maggioranza nei due rami del Parlamento.
Ma il Popolo è contento ?
Finita l’ebbrezza dello spoglio e degli inutili e costosi exit poll, in tanti ritorneranno a misurarsi con una realtà economica sfavorevole e riprenderanno a lamentarsi della classe politica che hanno appena finito di applaudire e che già invoca sacrifici.
Tra un sorriso e l’altro, infatti, il Leader trionfatore ha trovato l’occasione di preannunciare provvedimenti impopolari per risanare una situazione disastrosa, che ha purtroppo ereditato dagli avversari “incapaci di governare”.
Ma come !!! Solo qualche settimana fa non si gridava da tutti i media che il centro-sinistra stava affossando gli Italiani con tasse sempre più onerose e numerose, con una burocrazia sempre più complicata e costosa, con una disoccupazione giovanile inaccettabile e con sprechi mai ridotti o eliminati ?
E ora? Si dovranno forse varare provvedimenti simili e continuare sulla via del rigore per aggiustare i conti pubblici? O basterà qualche largo sorriso e qualche nuova promessa per far credere agli Italiani che tutto sta andando per il meglio?
Intanto mentre il popolo degli speranzosi spera, nei palazzi si combatte per la spartizione delle cariche. Quel ministero a me, quella presidenza a te, quella carica a lui e poi….le riforme dei lumbard e degli autonomisti !!!
L’importante intanto è apparire: sempre, ovunque e comunque.
Ed ecco gli inviti, i doni, le telefonate, le alleanze, gli affari coi potenti della terra. Ancora tanti larghi sorrisi, pacche sulle spalle, battute giocose, cene favolose e vacanze a tante stelle.
E…… gli italiani e i loro problemi vitali?
Ma chi se ne frega, tanto la prossima volta voteranno per quegli altri ed il Leader sarà un po’ troppo avanti negli anni per preoccuparsene.
Viene da pensare che è tutto un gioco. Un gioco che fa divertire e godere pochi e fa soffrire tanti. Tanti che non riescono a pagare il mutuo, non riescono a fare le vacanze, non riescono a far studiare o specializzare i figli, non riescono ad andare a prendere la pizza con tutta la famiglia.
E ai già pensionati e a quelli che non sanno quando potranno andare in pensione e quanto riceveranno al mese dopo 35-40 anni di lavoro? A quei tanti italiani, ci pensano i trionfatori delle recenti “elezioni democratiche” ? Vedremo. Vedremo.
Intanto si venderanno i beni dello Stato. E chi comprerà quei bei palazzi, talvolta svenduti? Non certo i tanti cittadini e giovani che hanno bisogno di una casa.
Poi si costruirà il ponte sullo stretto. E a chi servirà e chi ci guadagnerà da uno spaventoso spreco che produrrà un’opera incompiuta ed inutilizzabile?
E poi si ridurranno le tasse, in modo che i già ricchi saranno sempre più ricchi.
E poi non si pagheranno tasse di successione: non è tollerabile che i ricchi ereditieri, parenti nostri e dei nostri amici, debbano pagare le tasse su patrimoni così faticosamente guadagnati.
Con una arrogante e disomogenea classe politica al governo ed una opposizione in affanno e disorientata, c’è poco da stare allegri.
Intellettuali, professionisti capaci, politici veri e puri, giovani intelligenti cercasi per risollevare il Paese dalla crisi in cui si trova. Basta con la casta, i suoi tanti privilegi e i suoi costi.
Urgono riforme per modernizzare e rendere efficiente questa meravigliosa Italia e restituirla ai suoi antichi splendori. Niente più politicantismo parassitario.
“ Fama pubblica e vizi privati”: quanta responsabilità hanno i media nel creare falsi miti?

Le televisioni e la carta stampata, nelle recenti passate settimane, ci hanno bombardato con gli scandali di personaggi noti.
Giudici e carnefici allo stesso tempo, i media hanno demolito dei miti che avevano contribuito a creare. Queste ed altre considerazioni dovrebbero far riflettere sul potere e la potenziale pericolosità che i mezzi di informazione hanno su una umanità sempre più globalizzata e facilmente raggiungibile anche negli angoli più reconditi del pianeta.
Campioni dello sport, professionisti affermati, manager potenti, ricchi finanzieri, eredi di importanti famiglie, improvvisamente trascinati dall’olimpo degli invidiati ed imitati, alla miseria della pubblica vergogna.
Ma sono veramente delle persone speciali, che alimentano i sogni e le aspirazioni dei comuni mortali o sono semplicemente il frutto di certa informazione che, con consapevole complicità, si fa corteggiare e conquistare con dure pratiche di tenacia, clientelismo e spregiudicatezza per poi, a sua volta, sfruttare, esaltandoli o demolendoli, questi cosiddetti vip ?
Comunque la si pensi, non si può che provare sdegno misto a delusione quando si apprendono notizie da “fascia protetta” che coinvolgono personaggi che hanno goduto di privilegi e potere, senza meritarli. Viene subito in mente l’idea dell’inganno, immediatamente seguita dallo sdegno nei confronti di questi falsi eroi, specialmente se hanno approfittato della buona fede e della fiducia di tante oneste ed anonime persone che inconsapevolmente hanno loro affidato salute, vita, risparmi, angosce, aspirazioni o semplicemente una pura e disinteressata ammirazione.
Ma viene anche spontaneo chiedersi: - E’ giusto che oggi, in questa società, siano spesso i peggiori ad affermarsi ? –
Come in ogni considerazione, occorre sempre ricordare che non è corretto fare di tutta l’erba un fascio e quindi è giusto continuare a riporre fiducia ed ammirazione in quei tanti seri e capaci professionisti che, pur non raggiungendo la notorietà, svolgono con rigore e dedizione il loro lavoro. Così come è altrettanto ingiusto dar luogo a processi mediatici ed emettere sentenze che non ci competono. Quindi bisogna attendere che gli organi preposti portino a termine il loro lavoro e decidano serenamente (tanto per rimanere agli ultimi fatti di cronaca fatti di orgie e pedopornografia).
Non vogliamo neanche turbare gli assertori del “rispetto della privacy”, perché non è questo importante diritto che si vuole mettere in discussione. Si vuole viceversa discutere se è giusto o no, che personaggi la cui moralità è dubbia o, ancora peggio, notoriamente degenerata, continuino a godere dell’attenzione dei media con ospitate, articoli, premi, privilegi o continuino comunque ad occupare posti di prestigio a discapito di tanti altri onesti e spesso anche più capaci, costretti, in più occasioni, a subire soperchierie e limitazioni di autonomia e carriera.
Che cosa ne pensate ?
Aspetto i vostri commenti.