sabato 18 ottobre 2008

Diventiamo più poveri. Anyone became poorer.



E diventammo tutti più poveri……..
And everyone became poorer………

Solo un ventennio fa, era inimmaginabile una realtà come quella che ci apprestiamo a vivere.
Eravamo tutti tranquillamente proiettati verso un futuro sempre più tecnologico e più ricco. Davamo tutti per acquisiti privilegi e benefici che ci allontanavano dalla fame e dall’arretratezza socio-culturale che immaginavamo appannaggio esclusivo di certi popoli che con superficialità ed egoismo definivamo “del terzo mondo”.

Una cronica imperdonabile distrazione e l’assenza di politici purosangue ci hanno lentamente ed inesorabilmente trascinato verso la recessione.
“Stavamo meglio quanto stavamo peggio” è il commento popolare di quella moltitudine di pensionati che rassegnati ed inermi sopperiscono con la saggezza della maturità a quelle carenze materiali che quotidianamente li umiliano.

Perché e come siamo potuti arrivare a questo punto?
Esperti e pseudo-cervelloni di tutto il mondo sbizzarritevi a cercare spiegazioni inutili.

La realtà la conosciamo tutti.
In assenza di regole democratiche ferree, è stato consentito ad un’oligarchia di gente senza valori di ammorbare i concetti di sviluppo e globalizzazione e di creare le condizioni di un lento, subdolo, celato declino.

E adesso, cosa succederà?
Non è difficile prevederlo.
I poveri saranno sempre di più affamati. L’ex ceto medio si dovrà abituare ad uno stile di vita più parco. I soliti furbi senza scrupoli approfitteranno della situazione per costruirsi nuove ricchezze. Ed i ricchi continueranno ad essere ricchi.
E’ la storia che si ripete.

Forse ci sarà un rischio in più, rispetto a momenti storici simili anche non lontani nel tempo.
Coloro che senza fatica hanno accumulato ingenti ricchezze, grazie all’oro nero, cercheranno di destabilizzare definitivamente le deboli economie dei “Paesi progrediti”ed improvvisamente poveri e questo potrebbe generare una enorme confusione nell’assetto etnico-economico del mondo che verrà.

Ci dobbiamo preoccupare?
Certo che sì.
Potrebbe nascere un nuovo tipo di terrorismo pacifico e di elite che minaccerebbe tutte le conquiste di libertà che tanti popoli hanno faticosamente ottenuto.
Potrebbe iniziare un periodo di oscurantismo, e non soltanto economico-finanziario, dal quale potrebbe essere complicato e costoso uscire.

Che fare allora?
Non è facile suggerire ricette miracolose.
Ma sembra certo che non possiamo sperare di difenderci dalle incombenti minacce se gli uomini migliori della nostra società continuano a non avere la possibilità di mettersi al servizio della comunità.
La politica recente è fatta da uomini inadatti o troppo presi da problematiche personali.
Il potere interpretato come strumento utilitaristico per razziare il bene collettivo ed occupare e soffocare ogni apparato dello Stato non ha funzionato.
Occorrono regole e metodi nuovi. Occorre ritornare a quei valori di appartenenza e di orgoglio nazionale che consentono di pensare in maniera totalmente diversa alla gestione dei beni comuni.
Occorre far tramontare definitivamente l’esaltazione della furbizia e della scorrettezza come valore unico per scalare il potere.
Occorre essere tutti intellettualmente e materialmente più onesti.

Buona fortuna Mondo della globalizzazione e della libera economia.
Ne hai veramente bisogno.


Meditabondo.

martedì 7 ottobre 2008

TRISTEZZA e SOLITUDINE




Ti prende il cuore e poi sale verso il respiro e raggiunge la testa per espletare i suoi meccanismi di confusione, cefalea, nausea e senso di fastidio generale.
Non provi neanche ad allontanarla perché non sai come fare e comunque non pensi di poterci riuscire.
Arriva all’improvviso o dopo tanti o pochi piccoli o grandi preavvisi.
E’ lei, la tristezza, che ti coinvolge e ti riporta ad uno stato di sopravvivenza diverso e pacato. Ti senti diverso e non sai neanche diverso da cosa o da chi. Ti accorgi soltanto che un morso ti attanaglia il torace ed un senso di vuoto dimora sull’addome.
I tratti del viso si adattano a rappresentare quello che ti cova dentro e qualcuno se ne accorge e ti può anche chiedere –Che c’è? Cosa hai?-.
E ci sono tante o poche cose che sai e che non vuoi o non riesci a partecipare.
Hai tanta voglia di capire, di pensare, di spiegarti e vedi che queste intenzioni ti possono far crescere quel senso di non stare bene con te stesso che ti tortura e allora ti rifugi in un stato d’animo che vuole fuggire dagli altri e ti conduce alla solitudine.
Scopri quante risorse ci possono essere in te stesso e approfitti della solitudine per conoscerle e tentare poi di usarle per aiutarti.
Ti accorgi pian piano che si riesce a sopravvivere con la solitudine anche se col passare del tempo la sua permanenza diventa pesante da sopportare e può generare nuova tristezza.
Ed intanto i segni di espressione sul tuo volto diventano definitivamente marcati e la luce dei tuoi occhi sembra non volere più brillare.
Non fare però l’errore di compatirti e di farti compatire. Questo peggiorerebbe il quadro generale della situazione.
Se ci riesci, reagisci. Se vuoi, ce la puoi fare. Se le cause della tua tristezza non sono ineliminabili, ti devi sforzare di ritornare alla gioia e alla serenità.
Si può vivere in solitudine, ma non si deve vivere sempre tristi.

CuorePensante