lunedì 16 giugno 2008

CALCIATORI CHE DELUSIONE !!!!



Calciatori che delusione !!!


E’ un’abitudine di tanti giovani e meno giovani, uomini e donne, trascorrere i pomeriggi delle domeniche e /o dei sabati negli stadi o davanti ai televisori per immedesimarsi nella parte di tifosi o di mancati atleti o di esperti di tecniche della pedata o semplicemente di esseri umani che vogliono, per una novantina di minuti, alienarsi dai loro problemi quotidiani ed esibirsi, in alcuni casi, in sfoghi altrimenti inspiegabili.
Non ci sarebbe nulla di criticabile in tutto ciò. Sin dai tempi dei tempi i furbi che avevano il potere si sono prodigati per offrire alle masse, al popolo facilmente manovrabile, spettacoli più o meno leciti in cambio di obbedienza, consenso, cecità per i problemi importanti.
Divertiti mio popolo e vedi “di rompere il meno possibile”!!!!

Ma è del popolo ristretto che sta dall’altra parte delle transenne o dello schermo televisivo, di quel popolo di baciati dalla fortuna che corre sui prati verdi in pantaloncini e calzettoni e fa finta di fare cose ineguagliabili, di quei tanti miti del tiro e del dribbling, che vogliamo qui parlare.

Non possiamo certo attendere oltre per gridare quello che più ci da fastidio e cioè che dei ragazzini che dimostrano spesso di avere meno neuroni di un cactus e di aver saltuariamente frequentato (forse!!) scuole dove non si conosceva il vocabolario e si adottavano testi che non comprendevano la grammatica, in generale, ed i verbi al congiuntivo, in particolare, guadagnino in un anno (o meglio, in meno di un anno, e cioè in un campionato) molto più di quello che lavoratori infaticabili, professionisti indispensabili, uomini di scienza ammirevoli, guadagnano forse in tutta la loro vita.
E’ normale ed accettabile tutto ciò?
Assolutamente no, - risponderanno in coro tutti coloro che hanno buon senso o semplicemente tanta rabbia per le ingiustizie che si consumano sotto i loro occhi.
E’ tutta invidia?
Certo che sì. Perché nasconderlo. C’è anche una buona dose di invidia nella risposta collettiva.
Però, certo che l’invidia mista ad un po’ di rabbia ci viene proprio sollecitata energicamente. Non si può rimanere indifferenti davanti alle immagini e ai modelli di vita che alcuni media ci sbattono in faccia. E così, continuamente, ci ritroviamo questi “eroi della pedata” belli, abbronzati, palestrati, accompagnati da belle donne, seduti su potenti auto, a bordo di magnifiche barche, in lussuose ville con piscina.
A molti comuni mortali non fa bene tutto ciò. Anzi, per essere più espliciti, a tutti coloro che non riescono a comprarsi un’abitazione o a non pagare il mutuo o a non arrivare a fine mese con il misero e sudato salario o a non poter fare un regalo ai propri bambini o a non poter andare qualche giorno al mare o a non essere mai riusciti nemmeno a sfiorarla una bella donna, be’ a tutti costoro girano giustamente le pa….. a vedere quelle pagine di riviste rosa.

E dopo aver giustamente ricordato lo stato d’animo dei tanti invidiosi giustificati, dobbiamo occuparci anche di un altro aspetto, come dire, meno sportivo.
Pagano, questi fortunati e celebrati “scienziati della pedata”, tutte le tasse dovute?
Sono i loro favolosi ed ingiustificabili contratti fatti “alla luce del sole” e senza nascondere quindi cervellotiche operazioni di finanza clandestina?
Questo ultimo compito lo lasciamo giustamente ai bravi cacciatori di evasori fiscali.
A noi deve rimanere lo sdegno e la delusione di tifosi traditi, di italiani pieni di problemi che non hanno trovato il relax sperato nel guardare quegli ex eroi che ansimavano e sbagliavano come i dilettanti della squadra della parrocchia.
A noi deve rimanere la voglia di dire basta alla mitizzazione di giovinastri che non hanno neanche la capacità di rappresentare degnamente il loro Paese, di rispettare l’orgoglio e il bisogno di identità nazionale di tanti altri giovani e meno giovani che, in nome di questi valori e del bisogno di sentirsi parte di un gruppo o di un fine, affrontano spese e disagi per seguire i loro “falsi eroi” che non conoscono neanche l’inno della nazione che pretendono di rappresentare.

Ai signori del Governo e al responsabile dello sport, in particolare, suggeriamo di pensare ad una normativa che regoli gli ingiustificabili favolosi contratti dei calciatori.
Sappiamo che è azione non facile in un governo presieduto dal proprietario di una squadra di serie A, ma potrebbe essere un buon segnale di autonomia e decisionismo che troverebbe un’ampia approvazione popolare e calmerebbe tanti sostenitori della risoluzione veloce dei conflitti di interesse.

Ai professionisti delle pallonate vogliamo semplicemente dire: –
Basta.
Smettetela con le vostre ostentazioni di opulenza ed altro.
Non fateci incaz…… più di così.
Ritornate nella vostra dimensione di giovani ignoranti dal fisico allenato.
Fatela finita con i vostri atteggiamenti da scienziati premi Nobel quando vi intervistano. Parlate di un gioco banale. Parlate di pallonate e non di formule scientifiche o di scoperte rivoluzionarie per il progresso dell’umanità.
Siete dei bei giovanotti (non tutti), ma quelle belle donne che vi stanno vicino le vedreste solo sulle riviste se non aveste tutti quei soldi che vi regalano.-

Ritorniamo tutti a pretendere dimensioni più accettabili dei simboli sociali.
E voi signori della carta stampata e voi professionisti del microfono da intervista, smettetela di fare le comari pettegole e di vomitare domande idiote a giovani ignoranti. Restituite dignità al vostro mestiere di giornalisti.

CuorePensante

http://pensieriparolecuore.blogspot.com/

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