domenica 11 maggio 2008

Il Ponte sullo Stretto. E' veramente così necessario?


“ Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare “

Un panorama stupendo si presenta a chi dopo un viaggio più o meno lungo in autostrada si avvicina alla Sicilia: è lo Stretto di Messina, con il colore blu intenso del suo mare e le coste dominate dai piloni e dalle tanti luci che rendono ancor più suggestivo l’insieme nelle ore notturne.
Da sempre un andirivieni di traghetti e di feluche lo hanno caratterizzato agli occhi dei locali e dei visitatori di passaggio. Storie e miti hanno riempito la fantasia degli abitanti delle due sponde e la penna di qualche narratore. La natura con le sue leggi e le sue grandi capacità di adattamento ha creato dei laghi e dei rilievi mirabilmente incantevoli ed un luogo di ristoro per volatili migratori in viaggio verso il caldo africano.
Si potrebbe continuare ad evocare la poesia e l’arte in genere per convincere anche i meno interessati alla bellezza del luogo, ma crediamo sia più urgente, in questo momento di proclami propagandistici, spendere il tempo e lo spazio disponibili per convincerci della scelleratezza ed intempestività del progetto.
E’ davvero necessario smembrare un luogo così bello per costruire un’opera che darà molto meno di quello che promette?
Dipende solo dalla mancanza di un ponte così lungo, non facile da costruire e non sempre praticabile per i forti venti che spesso investono la zona, lo sviluppo della tanto martoriata Sicilia?
O la sua realizzazione serve solo a creare un’attrazione internazionale (se mai verrà completato e resterà poi in piedi) da legare al nome di qualche sostenitore che vuole in questo modo lasciare un segno indelebile nella storia del nostro Paese?
Chi conosce le necessità e le priorità della Sicilia, sa benissimo che non è il Ponte sullo Stretto che cambierà le sorti di quel profondo sud, se poi per andare da Messina a Palermo, piuttosto che a Ragusa o ad Agrigento o a Caltanissetta o a Siracusa si imboccano strade vetuste o non esistono ferrovie adeguate e si impiegano ore ed ore.
Il ponte farebbe risparmiare, forse, dieci-venti minuti nell’attraversamento dello Stretto, per poi impiegare un giorno per raggiungere la meta in Sicilia.
E per chi, invece, parte dall’isola per raggiungere il nord del Paese, che vantaggio porta il risparmio di una manciata di minuti in un viaggio di tante ore?
In un momento così delicato per l’economia del Paese, le illuminate menti economico-finanziarie così “democraticamente scelte” dal popolo, dovrebbero impiegare meglio le loro capacità programmatiche. Non è un discorso di sinistra o destra al governo. La maggior parte della gente, come me, non riesce più a cogliere le differenze tra i due schieramenti, in termini di capacità di governare e di procurare sviluppo.
Per rimanere in tema con l’attualità, potremmo dire che “quando la neve si scioglie si scopre la monnezza”. E così, finita la foga della campagna elettorale, gli Italiani si ritroveranno coi problemi irrisolti degli ultimi anni e con una recessione che rende tanti sempre più tristi oltre che sempre più poveri.
I meno abbienti di sempre e più recentemente anche quelli che erano considerati la “classe media” a stipendio fisso, hanno sempre più bisogno di avere certezze per il futuro loro e dei loro figli. Devono capire che cosa riescono ad acquistare coi loro salari. Devono sapere se la loro pensione è garantita dopo 35-40 anni di lavoro. Devono avere la certezza di poter pagare il mutuo. Devono vedere che anche i furbi pagano le tasse. Devono sapere di essere governati da persone capaci e perbene che hanno scelto di fare politica per spirito di servizio e non per garantirsi privilegi e potere.Mi piacerebbe che si aprisse un forum nazionale sull’argomento e si creasse un movimento di pensiero libero e puro per il bene di tutti gli abitanti onesti di questo bello e glorioso Paese.

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