sabato 7 giugno 2008

Che "fao" la FAO?







La fame nel mondo e la debolezza delle istituzioni internazionali.

Il messaggio del Papa:
"Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni avverse o da calamità". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel messaggio dal segretario di Stato Bertone al vertice della Fao. "Fame e malnutrizione - ha aggiunto - sono inaccettabili in un mondo che in realtà dispone di risorse, produzioni e conoscenze sufficienti".


Pompose riunioni.
Potenti della terra che si incontrano, si sorridono, si scambiano dritte e favori.
Pranzi e cene abbondanti.
Lussuose auto blu.
Bei saloni.
Qualche inutile battuta e tante chiacchiere scontate.
Un corteggiamento fuori luogo.
Rappresentanti dei Paesi “affamati” che sfoggiano vestiti di alta sartoria ed accessori raffinati.
Fiori. Regali. Ricordi da riportare nelle loro agiate dimore.
E alla fine?
….. Ancora sorrisi, strette di mano, un arrivederci al prossimo incontro e tutti di corsa a casa, con aerei privati o posti riservati in business class.
E la fame? E i tanti bambini ed anziani che sono morti di fame anche mentre i “potenti” della terra stavano tentando di occuparsi di loro? A loro chi ci penserà?

Qualche raro reportage televisivo. Qualche triste foto sui giornali. E tante, ma insufficienti, offerte di cittadini benestanti spronati dallo spirito della solidarietà o semplicemente dai rimorsi della coscienza continueranno a far sentire quei potenti utili alla causa per la quale riescono a spendere, per continuare ad esistere e gratificarsi, più di quanto basterebbe a salvare la vita di migliaia di poveri sventurati di questo nostro strano pianeta.

Le organizzazioni umanitarie internazionali sono teoricamente una bella invenzione degli stati moderni e democratici, ma nella realtà finiscono per svolgere un ruolo meno importante di quello per il quale sono state create. Il loro potere appare, infatti, limitato dalla politica e dagli interessi dei Paesi più potenti e delle lobby multinazionali che riescono a trarre profitto anche dalle situazioni più disperate. Non disponendo poi di risorse proprie sono soggette alla questua e alla generosità di chi ha soldi e potere.
Poco ascoltate, anche se semplicemente forti, sono le invocazioni del Papa che esorta alla –“Globalizzazione della Solidarietà” -.
Cancellare il debito pubblico di quei Paesi poveri non basta, se poi non si va a vedere come è stato speso quel denaro e si continua ad opera per indebitarli nuovamente con interventi poco utili o addirittura dannosi. Occorre uscire da un processo di cinismo perpetuo e fornire sviluppo sostenibile ed infrastrutture indispensabili per creare le condizioni di una più equa distribuzione del benessere nel mondo.

Signori governanti e soprattutto signori alti dirigenti delle organizzazioni mondiali, non tornate nei vostri prestigiosi uffici solo per fare telefonate, inviare fax e programmare viaggi e riunioni poco efficaci. Cercate di tenere sempre presente nei vostri pensieri che mentre voi vi adoperate per esercitare e mantenere il potere temporaneo, tanti vostri simili stanno morendo perché non hanno qualcuno dei vostri spiccioli per comprare un po’ di farina o di riso.
E soprattutto cerchiamo di pensare che poteva capitare ad ognuno di noi di nascere e vivere in quei posti sventurati.
Nel mondo c’è ancora tanta gente che muore di fame, cerchiamo di non dimenticarlo nella nostra vita quotidiana di occidentali malati di consumismo.

CuorePensante

Dove vivono gli affamati?
Le persone affamate si trovano dappertutto: in montagna, in pianura, lungo le coste e sulle isole. In ogni regione del mondo c’è gente affamata.
Ecco la loro distribuzione geografica:

Africa subsahariana: 204 milioni
Asia/Pacifico: 156 milioni
India: 221 milioni
Cina: 142 milioni
America latina/Caraibi: 53 milioni
Vicino Oriente/Africa del Nord: 39 milioni
Paesi della ex Unione Sovietica: 28 milioni
Altri paesi industrializzati: 9 milioni

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