giovedì 15 maggio 2008

EMERGENCY. Fieri di essere Italiani.


Emergency.

Quando l’intraprendenza e la solidarietà di pochi cittadini privati riesce a fare di più e meglio delle blasonate istituzioni internazionali.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Domenica 10 maggio 2008, abbiamo seguito con interesse ed ammirazione l’appello sincero che Gino Strada, medico italiano fondatore di Emergency, ha fatto dagli schermi televisivi, ospite della trasmissione di RAI 3 “Che tempo che fa”.
Ci piace sottolineare, a dimostrazione della pluralità e della qualità che i media ci offrono, che tutto ciò accadeva esattamente ad un giorno di distanza delle tanto criticate, e da qualcuno censurate, dichiarazioni di “Fra Marco Savonarola”.
E’ davvero un vanto del “made in Italy”, se così si può dire, sapere che un’organizzazione medico-umanitaria voluta e diretta da italiani, si sia così prepotentemente ed efficacemente imposta all’attenzione internazionale, fornendo aiuti concreti ed indispensabili, che i tanti celebrati padroni della politica e delle istituzioni mondiali non riescono ad imitare o semplicemente a decidere durante le loro sontuose e costose riunioni.
A Gino Strada e a tutti i suoi collaboratori vada la stima e la riconoscenza di tutti coloro che si riconoscono nei sani e appaganti principi della solidarietà e degli aiuti concreti verso i più deboli e i più bisognosi.
E’ giusto ricordare, oltre ai successi chirurgici e alle realizzazioni strutturali funzionanti, i rischi che il popolo di Emergency affronta quotidianamente operando nei territori di guerra.
E’ di questi giorni la notizia, non riportata dai mezzi d’ informazione nostrani, che i guerrieri del Darfur hanno occupato Khartoum e sparano nei pressi del Centro di Cardiochirurgia Salam, unico centro di eccellenza del Centrafrica, dove tanti medici, tecnici ed infermieri italiani di Emergency si trovano per operare al cuore bambini ed adulti del luogo, altrimenti destinati a sofferenze e morte.
In relativamente pochi mesi, Gino Strada ed i suoi collaboratori sono riusciti a creare un bel centro di cardiochirurgia e a renderlo operativo. Già questo dovrebbe essere di esempio (e perché no, costituire anche motivo di biasimo ed umiliazione), per tutti quegli amministratori nostrani della salute pubblica, che impiegano somme ingenti e tempi infiniti per mettere in piedi reparti ospedalieri che poi spesso non funzionano anche perché affidati a direttori inadeguati scelti secondo criteri di spartizione politica, piuttosto che di provata capacità professionale.
E così, Emergency riesce a far funzionare, nel deserto dell’Africa centrale, con costi contenuti, una specialità complessa e multidisciplinare come la cardiochirurgia che nella nostra civile Patria è stata spesso motivo di scandali e sperperi.
Invitiamo i nostri mezzi di informazione ad interessarsi delle vicende del popolo del Darfour e delle difficoltà drammatiche che i nostri connazionali impegnati nel Centro Salam stanno affrontando.
E a tutti, un richiamo alle coscienze per sostenere con un gesto, anche piccolo, questi ammirevoli eroi del nostro tempo.
Auguri Emergency!!! E fateci ancora sentire fieri di essere Italiani.
Cuore Pensante

Nessun commento: