giovedì 26 giugno 2008

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

Pensieri & Parole & Cuore: HILLARY CLINTON. Simply the best.

HILLARY CLINTON. Simply the best.




Hillary Clinton.
Simply the best.


Hillary Clinton, una donna energica e coraggiosa, una moglie esemplare, un avvocato capace, una senatrice amata dal popolo americano.

Le donne di tutto il mondo hanno seguito con interesse e/o curiosità la battaglia da Lei combattuta per conquistare la nomination per l’elezione a presidente degli USA.
Molte di queste fan erano sicure che ce l’avrebbe fatta. Ma lo spietato mondo della competizione politica ha decretato un verdetto contrario dopo un interminabile susseguirsi di vittorie e sconfitte, di speranze e delusioni, di certezze e dubbi.
Hillary Clinton alla fine non è riuscita a conquistare il traguardo, ma per molte è comunque una vincitrice e le tante lacrime della senatrice e delle sue sostenitrici, alla dichiarazione di ritiro dalla spietata competizione, hanno regalato un raro ed intenso momento di umanità a quella gigantesca, fredda, dura campagna elettorale.

Probabilmente gli USA hanno perso una grande occasione per mandare al mondo intero un grande messaggio di cambiamento.
Una donna presidente della Nazione più potente del mondo avrebbe sicuramente aperto un nuovo ed interessante scenario politico internazionale.
Le donne di tutto il mondo avrebbero applaudito all’evento, che avrebbe dato un contributo notevole a quella speranza delle pari opportunità che per molte ha ancora il sapore di una grande e sterile campagna propagandistica.

Forza senatrice Hillary.
Conquisti la vice-presidenza, che Le consentirà comunque di rimanere nella scena politica internazionale e alle prossime elezioni presidenziali ci riprovi. Sarà la volta buona. Molte donne di tutto il mondo sono con Lei e sono certe che Lei ce la può fare.

Intanto Le giunga dall’Italia, oltre alla nostra stima, anche l’invito a rivederla sul suolo di questa gloriosa terra.
Forse non abbiamo grandi idee e progetti politici degni della Sua attenzione, ma sicuramente possiamo offrirLe arte, cultura, sole, moda, gastronomia e tanta simpatia.
L’aspettiamo, signora vice-presidente degli USA.
Arrivederci. A presto.

CuorePensante
Thinking Heart

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HILLARY CLINTON. Simply the best.

lunedì 16 giugno 2008

CALCIATORI CHE DELUSIONE !!!!



Calciatori che delusione !!!


E’ un’abitudine di tanti giovani e meno giovani, uomini e donne, trascorrere i pomeriggi delle domeniche e /o dei sabati negli stadi o davanti ai televisori per immedesimarsi nella parte di tifosi o di mancati atleti o di esperti di tecniche della pedata o semplicemente di esseri umani che vogliono, per una novantina di minuti, alienarsi dai loro problemi quotidiani ed esibirsi, in alcuni casi, in sfoghi altrimenti inspiegabili.
Non ci sarebbe nulla di criticabile in tutto ciò. Sin dai tempi dei tempi i furbi che avevano il potere si sono prodigati per offrire alle masse, al popolo facilmente manovrabile, spettacoli più o meno leciti in cambio di obbedienza, consenso, cecità per i problemi importanti.
Divertiti mio popolo e vedi “di rompere il meno possibile”!!!!

Ma è del popolo ristretto che sta dall’altra parte delle transenne o dello schermo televisivo, di quel popolo di baciati dalla fortuna che corre sui prati verdi in pantaloncini e calzettoni e fa finta di fare cose ineguagliabili, di quei tanti miti del tiro e del dribbling, che vogliamo qui parlare.

Non possiamo certo attendere oltre per gridare quello che più ci da fastidio e cioè che dei ragazzini che dimostrano spesso di avere meno neuroni di un cactus e di aver saltuariamente frequentato (forse!!) scuole dove non si conosceva il vocabolario e si adottavano testi che non comprendevano la grammatica, in generale, ed i verbi al congiuntivo, in particolare, guadagnino in un anno (o meglio, in meno di un anno, e cioè in un campionato) molto più di quello che lavoratori infaticabili, professionisti indispensabili, uomini di scienza ammirevoli, guadagnano forse in tutta la loro vita.
E’ normale ed accettabile tutto ciò?
Assolutamente no, - risponderanno in coro tutti coloro che hanno buon senso o semplicemente tanta rabbia per le ingiustizie che si consumano sotto i loro occhi.
E’ tutta invidia?
Certo che sì. Perché nasconderlo. C’è anche una buona dose di invidia nella risposta collettiva.
Però, certo che l’invidia mista ad un po’ di rabbia ci viene proprio sollecitata energicamente. Non si può rimanere indifferenti davanti alle immagini e ai modelli di vita che alcuni media ci sbattono in faccia. E così, continuamente, ci ritroviamo questi “eroi della pedata” belli, abbronzati, palestrati, accompagnati da belle donne, seduti su potenti auto, a bordo di magnifiche barche, in lussuose ville con piscina.
A molti comuni mortali non fa bene tutto ciò. Anzi, per essere più espliciti, a tutti coloro che non riescono a comprarsi un’abitazione o a non pagare il mutuo o a non arrivare a fine mese con il misero e sudato salario o a non poter fare un regalo ai propri bambini o a non poter andare qualche giorno al mare o a non essere mai riusciti nemmeno a sfiorarla una bella donna, be’ a tutti costoro girano giustamente le pa….. a vedere quelle pagine di riviste rosa.

E dopo aver giustamente ricordato lo stato d’animo dei tanti invidiosi giustificati, dobbiamo occuparci anche di un altro aspetto, come dire, meno sportivo.
Pagano, questi fortunati e celebrati “scienziati della pedata”, tutte le tasse dovute?
Sono i loro favolosi ed ingiustificabili contratti fatti “alla luce del sole” e senza nascondere quindi cervellotiche operazioni di finanza clandestina?
Questo ultimo compito lo lasciamo giustamente ai bravi cacciatori di evasori fiscali.
A noi deve rimanere lo sdegno e la delusione di tifosi traditi, di italiani pieni di problemi che non hanno trovato il relax sperato nel guardare quegli ex eroi che ansimavano e sbagliavano come i dilettanti della squadra della parrocchia.
A noi deve rimanere la voglia di dire basta alla mitizzazione di giovinastri che non hanno neanche la capacità di rappresentare degnamente il loro Paese, di rispettare l’orgoglio e il bisogno di identità nazionale di tanti altri giovani e meno giovani che, in nome di questi valori e del bisogno di sentirsi parte di un gruppo o di un fine, affrontano spese e disagi per seguire i loro “falsi eroi” che non conoscono neanche l’inno della nazione che pretendono di rappresentare.

Ai signori del Governo e al responsabile dello sport, in particolare, suggeriamo di pensare ad una normativa che regoli gli ingiustificabili favolosi contratti dei calciatori.
Sappiamo che è azione non facile in un governo presieduto dal proprietario di una squadra di serie A, ma potrebbe essere un buon segnale di autonomia e decisionismo che troverebbe un’ampia approvazione popolare e calmerebbe tanti sostenitori della risoluzione veloce dei conflitti di interesse.

Ai professionisti delle pallonate vogliamo semplicemente dire: –
Basta.
Smettetela con le vostre ostentazioni di opulenza ed altro.
Non fateci incaz…… più di così.
Ritornate nella vostra dimensione di giovani ignoranti dal fisico allenato.
Fatela finita con i vostri atteggiamenti da scienziati premi Nobel quando vi intervistano. Parlate di un gioco banale. Parlate di pallonate e non di formule scientifiche o di scoperte rivoluzionarie per il progresso dell’umanità.
Siete dei bei giovanotti (non tutti), ma quelle belle donne che vi stanno vicino le vedreste solo sulle riviste se non aveste tutti quei soldi che vi regalano.-

Ritorniamo tutti a pretendere dimensioni più accettabili dei simboli sociali.
E voi signori della carta stampata e voi professionisti del microfono da intervista, smettetela di fare le comari pettegole e di vomitare domande idiote a giovani ignoranti. Restituite dignità al vostro mestiere di giornalisti.

CuorePensante

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domenica 8 giugno 2008

What "do you do" FAO?




Hunger and International Istitution



Stately meetings.
Powerful men of the earth meet, smile, exchange tips and favours each other.
Abundant lunches and dinners.
Luxury blue cars.
Wonderful halls.
Some witty remark and much unnecessary and deducted talk.
Out of place courtships.
Representatives of “hungry” countries displays high tailoring clothes and refined accessories.
Flowers. Gifts. Souvenirs to expose in their wealthy homes.
And in the end?
… .. Still smiles, handshakes, a goodbye to the next meeting and then everyone flights home, by private aircraft or in business class.
And the hunger? And all children and elderly who have died of hunger while the "powerful men" of the earth were trying to deal with them? They will think about them?

Few rare television reportages. Some sad pictures in the newspapers. And many, but insufficient, offers from wealthy citizens encouraged by the spirit of solidarity or simply by the remorse of their consciences, continue to let those powerful men feel themselves useful to the cause in name of which they spend, to continue to exist and to be gratifying, more than that sufficient to save the lives of thousands of poor unfortunate inhabitants of this our strange planet.

The international humanitarian organisations are theoretically a nice invention of the modern and democratic states, but in reality they play a role less important than that for which it was created. Their power is, in fact, limited by politics and by the interests of the most powerful countries and of lobbies and multinationals that are able to benefit from even the more desperate situations . Not having unfortunately own resources, poor Nations are subject to alms and to the generosity of those who have money and power.

Scarcely listened, even if simply strong, are the invocations of the Pope exhorting -”Globalization of Solidarity" -.

To cancel the debt of those poor countries is not sufficient, if nobody goes to see then how that money was spent and somebody continues to get them into debt again by interventions with poor or even harmful profits.
We must emerge from a process of perpetual cynicism and provide a sustainable development and the infrastructure necessary to create the conditions for a more equitable distribution of wealth in the world.

Mr. Rulers and especially lords senior management of FAO, not come back to your prestigious offices only to make phone calls, to send faxes and to plan trips and inefficient meetings. Try to keep in your thoughts that while you are used to exert and maintain your temporary power, many beings like you, are dying because they do have neither some of your small change to buy a little flour or rice.
Above all, try to think that could happen to any one of us to be born and to live in those unlucky places.
Worldwide there is still a lot of people who die of hunger, let us not forget that, in our everyday lives of sufferers of Western consumerism.





The hungry people are everywhere: in the mountains, in the plains, along the coasts and islands. In every region of the world is hungry people.
Here is their geographical distribution:

Sub-Saharan Africa: 204 million
Asia / Pacific: 156 million
India: 221 million
China: 142 million
Latin America / Caribbean: 53 million
Near East / North Africa: 39 million
Countries of the former Soviet Union: 28 million
Other industrialised countries: 9 million

CuorePensante
(Thinking Heart)

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sabato 7 giugno 2008

Che "fao" la FAO?







La fame nel mondo e la debolezza delle istituzioni internazionali.

Il messaggio del Papa:
"Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni avverse o da calamità". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel messaggio dal segretario di Stato Bertone al vertice della Fao. "Fame e malnutrizione - ha aggiunto - sono inaccettabili in un mondo che in realtà dispone di risorse, produzioni e conoscenze sufficienti".


Pompose riunioni.
Potenti della terra che si incontrano, si sorridono, si scambiano dritte e favori.
Pranzi e cene abbondanti.
Lussuose auto blu.
Bei saloni.
Qualche inutile battuta e tante chiacchiere scontate.
Un corteggiamento fuori luogo.
Rappresentanti dei Paesi “affamati” che sfoggiano vestiti di alta sartoria ed accessori raffinati.
Fiori. Regali. Ricordi da riportare nelle loro agiate dimore.
E alla fine?
….. Ancora sorrisi, strette di mano, un arrivederci al prossimo incontro e tutti di corsa a casa, con aerei privati o posti riservati in business class.
E la fame? E i tanti bambini ed anziani che sono morti di fame anche mentre i “potenti” della terra stavano tentando di occuparsi di loro? A loro chi ci penserà?

Qualche raro reportage televisivo. Qualche triste foto sui giornali. E tante, ma insufficienti, offerte di cittadini benestanti spronati dallo spirito della solidarietà o semplicemente dai rimorsi della coscienza continueranno a far sentire quei potenti utili alla causa per la quale riescono a spendere, per continuare ad esistere e gratificarsi, più di quanto basterebbe a salvare la vita di migliaia di poveri sventurati di questo nostro strano pianeta.

Le organizzazioni umanitarie internazionali sono teoricamente una bella invenzione degli stati moderni e democratici, ma nella realtà finiscono per svolgere un ruolo meno importante di quello per il quale sono state create. Il loro potere appare, infatti, limitato dalla politica e dagli interessi dei Paesi più potenti e delle lobby multinazionali che riescono a trarre profitto anche dalle situazioni più disperate. Non disponendo poi di risorse proprie sono soggette alla questua e alla generosità di chi ha soldi e potere.
Poco ascoltate, anche se semplicemente forti, sono le invocazioni del Papa che esorta alla –“Globalizzazione della Solidarietà” -.
Cancellare il debito pubblico di quei Paesi poveri non basta, se poi non si va a vedere come è stato speso quel denaro e si continua ad opera per indebitarli nuovamente con interventi poco utili o addirittura dannosi. Occorre uscire da un processo di cinismo perpetuo e fornire sviluppo sostenibile ed infrastrutture indispensabili per creare le condizioni di una più equa distribuzione del benessere nel mondo.

Signori governanti e soprattutto signori alti dirigenti delle organizzazioni mondiali, non tornate nei vostri prestigiosi uffici solo per fare telefonate, inviare fax e programmare viaggi e riunioni poco efficaci. Cercate di tenere sempre presente nei vostri pensieri che mentre voi vi adoperate per esercitare e mantenere il potere temporaneo, tanti vostri simili stanno morendo perché non hanno qualcuno dei vostri spiccioli per comprare un po’ di farina o di riso.
E soprattutto cerchiamo di pensare che poteva capitare ad ognuno di noi di nascere e vivere in quei posti sventurati.
Nel mondo c’è ancora tanta gente che muore di fame, cerchiamo di non dimenticarlo nella nostra vita quotidiana di occidentali malati di consumismo.

CuorePensante

Dove vivono gli affamati?
Le persone affamate si trovano dappertutto: in montagna, in pianura, lungo le coste e sulle isole. In ogni regione del mondo c’è gente affamata.
Ecco la loro distribuzione geografica:

Africa subsahariana: 204 milioni
Asia/Pacifico: 156 milioni
India: 221 milioni
Cina: 142 milioni
America latina/Caraibi: 53 milioni
Vicino Oriente/Africa del Nord: 39 milioni
Paesi della ex Unione Sovietica: 28 milioni
Altri paesi industrializzati: 9 milioni

martedì 3 giugno 2008

I FANNULLONI NEL PUBBLICO IMPIEGO



Quis custodies custodes?

Chi controlla i controllori?

Giovenale


Fannulloni nel pubblico impiego
Il Ministro ha ragione ?




Appena insediatosi, il nuovo ministro della funzione pubblica ha lanciato minacciosi strali contro gli impiegati degli innumerevoli uffici dove la burocrazia complica la vita degli Italiani.
Si vogliono rendere più veloci e snelle le tante pratiche che costringono i cittadini di questo glorioso Paese ad interminabili file e ricorrenti “incazzature”.
E per riuscire in questa ciclopica impresa, il neo nominato componente del neo eletto Governo vuole innanzitutto colpire “ i FANNULLONI ”.
Ma chi sono i fannulloni?
E soprattutto, se il neo ministro “azzecca” la definizione e riesce a scovarli e ad epurarli, quanti lavoratori resteranno nei tanti già poco efficienti uffici pubblici ?

Pur condividendo la necessità di una riforma della macchina burocratica, per rendere più moderno e meno complicato il mestiere di bravi ed onesti cittadini, dobbiamo sottolineare il sapore propagandistico delle affermazioni di un cittadino che, seppur investito recentemente di un alto incarico, tuttavia, per aver vissuto un po’ di anni in questo Paese, ha sicuramente accumulato esperienze determinanti per sapere che il compito che si appresta ad affrontare non sarà facile e non produrrà comunque gli effetti desiderati.
Innanzi tutto perché i fannulloni non stanno solo da una parte e non vanno cercati solo in alcuni apparati dello Stato piuttosto che in altri.
Per volere essere più chiari. I suoi colleghi eletti al Parlamento ed i loro costosi codazzi, poiché vengono remunerati con denaro pubblico, possono essere annoverati fra i destinatari dei minacciosi strali? Possiamo quindi cercare di sapere quanti assenteisti o “fannulloni” (se si preferisce chiamarli così), ci sono tra di loro ?
E vorrà il ministro intervenire su tutti quegli altri “mantenuti” dallo Stato - (pagati coi soldi di tanti lavoratori e onesti contribuenti ) - sui quali la politica cala il sipario ogni volta che qualcuno prova a denunciarne inutilità e costi e, così facendo, consente all’omertà e allo spreco di continuare a regnare per anni in attesa delle successive, e sempre inascoltate, grida allo scandalo? Ed alcuni suoi colleghi, insensibili agli sprechi e alla necessità di trasparenza, glielo consentiranno?
Occorre poi fare -come dire - una gerarchia anche nella casta dei fannulloni. Perché bisognerebbe individuare, e colpire per primi, quei fannulloni che occupano la posizione di “capo”. Quei dirigenti, cioè, che molto spesso arrivano in posti di responsabilità per “designazione politica” piuttosto che per meriti e capacità e che compromettono il buon funzionamento dell’ufficio rendendo inutile, lento o errato, il lavoro di tanti buoni impiegati che, a causa di colpe non loro, potrebbero essere sommariamente inclusi tra i fannulloni.
Occorre ancora, capire perché in uffici dove c’è molto da fare ci sono pochi impiegati che non riescono a smaltire tutte le pratiche loro affidate e quindi rischiano di passare per fannulloni pur facendo più del loro dovere e viceversa, in uffici con poco lavoro ci sono così tanti impiegati che, per non disturbarsi troppo a vicenda, sono costretti a spostarsi al bar o in luoghi dove si possa fumare in pace. Non saranno, per caso, questi i posti più ambiti da quei parassiti che si trascinano intorno al mondo della politica?
E che dire poi di quegli uffici nei quali il numero dei dirigenti è superiore a quello degli impiegati?
E non possiamo certamente dimenticare i “fannulloni realizzati”, quelli cioè che passano mesi o anni a disperarsi, a elemosinare un posto sicuro - (non importa di che tipo) - e quando alla fine ci riescono, magari in cambio di una manciata di voti, si autogratificano affermando con gioia – “ho trovato un lavoro magnifico,………. non si fa niente!!!”-.
Purtroppo anche questa è una cultura radicata e difficile da correggere. E intanto la spesa pubblica continua a lievitare e certamente non solo per colpa dei fannulloni.

Auguriamo al neo ministro di riuscire a fare quello che ha proclamato e di migliorare la macchina dello Stato, purché eviti ingiuste persecuzioni e definizioni.
E soprattutto, ci auguriamo che renda giustizia a quei tanti bravi ed efficienti impiegati pubblici umiliati dall’arroganza e dall’inettitudine dei “fannulloni raccomandati”.

CuorePensante

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